Stracquadanio sventola lo spauracchio: "Se non si cambia, governo tecnico"

ROMA – Se la manovra non cambia, ci saranno due conseguenze: ''il governo tecnico e la perdita del presidio elettorale'' a favore di Montezemolo''. A lanciare l'allarme e' il 'frondista' del Pdl Giorgio Stracquadanio, che in un'intervista alla Stampa manda anche un messaggio agli alleati leghisti: ''Il loro comunicato dell'altro giorno era solo di propaganda. Neanche la Cgil lo avrebbe fatto cosi'. Non e' considerato ne' definitivo ne' serio''.

Nell'incontro con il segretario del Pdl Alfano, ''il tema politico e' uno: questa manovra 'e depressiva e se resta cosi' e' quasi certa la bocciatura dei mercati'', afferma Stracquadanio. ''A quel punto avremmo bruciato un pezzo di credibilita' e le soluzioni potrebbero essere solo due: 48 ore per fare le riforme o un governo tecnico''.

Ovviamente, aggiunge, ''e' interesse della coalizione evitarlo e guardare al di la' dell'apparente interesse elettorale''.

Il secondo rischio per il Pdl, prosegue il deputato, e' che ''se manca un'offerta politica qualcun altro puo' farsi avanti''. Il riferimento e' a Montezemolo. ''Se gli lasciamo il mondo dell'impresa, gli artigiani, certo che si fa un partito tra un anno e mezzo''.

Secondo Stracquadanio questa deve essere l'occasione per fare ''riforme strutturali'', a cominciare dalle pensioni, perche' ''quelle di anzianita' sono una rendita di posizione solo italiana''.

A seguire ''le privatizzazioni e la riforma del costo dello Stato'', con l'abolizione delle province, la liberalizzazione delle municipalizzate e il taglio dei privilegi parlamentari. Infine bisogna intervenire sull'evasione fiscale, introducendo ''il contrasto di interessi''. ''Come si fa con i farmaci, che si possono detrarre dalle spese, bisognerebbe allargare il sistema ad altri settori – sostiene – alzando i limiti di detraibilita'''.

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