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La strana coppia Bossi-Di Pietro: gli unici che non ci stanno

di Emiliano Condò |10 Novembre 2011 11:56

Antonio Di Pietro e Umberto Bossi (LaPresse)

ROMA – La strana coppia che si smarca e non ci sta è quella formata da Umberto Bossi e Antonio Di Pietro. Tutti gli altri, con entusiasmo o con rassegnazione si adeguano e si preparano all’arrivo di Mario Monti alla guida del governo.

Si è rassegnato Silvio Berlusconi (e alla scelta potrebbe non essere estranea la situazione di Mediaset, che mercoledì è crollata in Borsa), alle prese con un partito che perde i pezzi e si spacca su ogni decisione, con gli ex An che chiedono il voto e i malpancisti che invocano le larghe intese. Si è in qualche modo rassegnato il Partito Democratico, altra grande incognita del quadro attuale: Monti lo ha invocato e voluto. Ma se Monti arriverà farà cose che al Pd non piaceranno e che l’Idv boccerà in tronco. Qualche ricaduta sull’alleanza politica potrebbe esserci.

Non si sono rassegnati perché sono entusiasti Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini, due che di elezioni non volevano proprio sentir parlare.

Restano fuori Bossi e di Pietro, la strana coppia.  Strana perché di loro due insieme è faticoso trovare persino una foto. Quella che correda l’articolo, scattata dall’agenzia LaPresse, risale al 24 maggio. Fino a ieri sera i due erano seduti nei punti più lontani del parlamento: il primo alleato magari scomodo ma certamente fedele di Silvio Berlusconi, il secondo che per mesi si è autoproclamato come unico di fare “vera” opposizione, qualunque cosa volesse dire.

Adesso i due si trovano improvvisamente a braccetto e ai margini della grande coalizione di sopravvivenza nazionale che Monti si prepara a dirigere. Soli (ci sarebbe anche Vendola ma lui non è in parlamento) a continuare a chiedere elezioni anticipate e a dire no a tagli e riforma delle pensioni. Lo ha ribadito, giovedì mattina, anche Roberto Maroni: “Con Monti noi andiamo all’opposizione”. Se ci stanno Pd, Terzo Polo e almeno due terzi del Pdl, la coalizione resta grande lo stesso.

Bossi, invece, ostenta noncuranza, quasi soddisfazione: “E’ bello andare all’opposizione”. La Lega delle origini, quella che i voti li prendeva.

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