Lo strappo Berlusconi-Napolitano, il Colle vuole fermare il decreto intercettazioni

Berlusconi e Napolitano

Silvio Berlusconi attacca a testa bassa i pm milanesi, parla di ”schifo”, ”vergogna” sulla vicenda Ruby e annuncia una causa contro lo Stato. In ambienti del Pdl si arriva ad ipotizzare anche una accusa di attentato alla Costituzione contro i magistrati. Ce n’è abbastanza per far esplodere una grave crisi istituzionale, tanto temuta dal Colle che accoglie con gelo, si ragiona in ambienti parlamentari, la sortita del premier e segue con preoccupazione l’evolversi della situazione.

Una crisi, quella tra governo e magistratura, resa ancora più evidente dal documento finale diffuso al termine dell’Ufficio di presidenza del Popolo della libertà, a Palazzo Grazioli, nel quale si parla, senza mezzi termini, di un ”gravissimo uso politico della giustizia” da parte della procura milanese in un paese come l’Italia che ”pure negli ultimi 17 anni aveva conosciuto numerosi tentativi della magistratura militante di sovvertire il verdetto democratico”. Silvio Berlusconi vede una parte della magistratura milanese come una sorta di ”avanguardia rivoluzionaria” e promette di intraprendere tutte le opportune iniziative parlamentari per ”scongiurare un nuovo 1994 o ancora peggio che a determinare le sorti dell’Italia sia una sentenza giudiziaria e non il libero voto dei cittadini”.

In questo clima nasce l’idea di presentare un decreto sulle intercettazioni e di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica. Tant’è che il Cavaliere ha fatto sapere di voler incontrare giovedì Giorgio Napolitano, in occasione della celebrazione della giornata del ‘ricordo’ al Quirinale, per esporgli il suo punto di vista sullo scontro in atto ed anche sulle possibili soluzioni. ”Allo Stato non risulta alcun incontro con il presidente del Consiglio domani”, è la gelida risposta del Colle. Un modo anche per prendere le distanze da una situazione che sta via via degenerando. Al presidente della Repubblica non è stata fatta alcuna richiesta, non è stato accennato nulla formalmente e non può intervenire o esprimersi su fatti e situazioni riportati al momento solo da lanci di agenzie di stampa.

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