ROMA – Sviluppo Lazio è il rubinetto che perde della Regione Lazio. Perde soldi in contratti e consulenze e non c’è nessun “idraulico” che riesca a tappare la falla, che è rimasta aperta sotto la giunta Marrazzo, la giunta Polverini e la giunta Zingaretti, in sella dopo la vittoria alle elezioni regionali del 25 febbraio.
Ernesto Menicucci sul Corriere Roma fa l’elenco degli sprechi:
“Alcuni di questi contratti sono scaduti: chi a marzo, chi a maggio o giugno. Ma diverse consulenze sono ancora in piedi. Come, ad esempio, quella di Piero Tosti Croce, 160 mila euro lordi dal primo marzo 2012 a febbraio 2014, dirigente uscito dalla porta e rientrato dalla finestra. A Sviluppo Lazio, sotto la giunta Marrazzo, Tosti Croce era il direttore generale, poi è andato in pensione e ripreso come «collaboratore». Di che si occupa? «Supportare la direzione generale nella razionalizzazione del gruppo».
Poi ci sono gli studi legali: 10 mila a «de Vito e associati» per «consulenza sull’antiriciclaggio», 5 mila allo «Studio Aguiari» per la contrattualistica internazionale, 18 mila a «Longo&Partners per la «materia fiscale e amministrativa», tutti incarichi che scadono a dicembre.
Diverse consulenze sono state ancora sotto la giunta Polverini, anche tra gennaio e febbraio, in clima pre-elettorale. Altre, invece, portano una data successiva a quella della vittoria di Nicola Zingaretti (Pd) contro Francesco Storace (La Destra), lo scorso 25 febbraio. Perché a Sviluppo Lazio (dove ora c’è come presidente lo «zingarettiano» Andrea Ciampalini), la continuità è impersonata dal direttore generale Stefano Turi.
Quella delle consulenze è una «pioggerellina fitta», a colpi di 5 mila, 10 mila, 15 mila euro. Ma anche di più, in alcuni casi.
Palmira Leone, per la «valutazione dei progetti di investimenti sulle energie rinnovabili», prende 32 mila euro dal primo marzo al 15 dicembre 2013;
Rodrigo Sanchez Blaszquez (dall’1 marzo al 30 aprile) 15 mila euro per «consulenza legale»;
Livio De Santoli, già consulente di Gianni Alemanno, 5 mila euro;
Andrea Pugliese, 13 mila euro, per una collaborazione sulla «programmazione fondi strutturali» (dove Sviluppo ha già i suoi esperti);
4.500 euro ciascuno per i dieci «esaminatori» di un bando;
60 mila euro, in tutto il 2013, a Francesca Rosati per «la revisione della disciplina regionale sui distretti e sistemi produttivi locali»;
12.500 (per 6 mesi) a Carlo Alberto Pratesi, già candidato della «Lista Civica Zingaretti» come «coordinatore di una task force per lo start-up di nuove imprese».
Tre incarichi vanno a Giovanni Pineschi, già consulente anche di Bic Lazio e, prima ancora, della Sta (società che, per il Campidoglio, gestiva i parcometri): 32.750 euro in tutto.
Ma, come dicevamo, non è solo Sviluppo a dare consulenze. Poi ci sono le società «collegate», come Filas. Dove, tra gli altri, spicca il caso di Michele D’Alessandro, 72 mila euro lordi (l’incarico scade a dicembre) come «responsabile comunicazione e diffusione dei bandi». Bandi che si tengono, anche, al Rome Video Book Bar di Borgo Pio. Dove proprio D’Alessandro è «di casa»”.
La Regione Lazio ha replicato che anche su Sviluppo Lazio c’è una politica di tagli in corso:
“Quanto affermato sul costo delle consulenze della società regionale Sviluppo Lazio è totalmente infondato. In questi mesi la nuova dirigenza della società ha determinato una riduzione dei costi che supera ampiamente il milione di euro rispetto agli anni precedenti. Oltretutto molte delle consulenze a cui si fa riferimento sono datate 1 marzo 2013 ossia prima dell’insediamento ufficiale del Presidente Nicola Zingaretti alla Regione Lazio avvenuto il 12 marzo 2013 .
Da quella data al 1 novembre 2013, invece, il totale delle consulenze assegnate è calato radicalmente.
Infatti nel 2011 Sviluppo Lazio spendeva circa 1,5 milioni di euro,
nel 2012 1,3 milioni di euro e in quest’ultimo periodo indicato tale spesa è calata a 615mila euro.
A questo risparmio si aggiunge inoltre un taglio ai costi dei contratti a tempo determinato che sono passati da 530mila euro del 2012 (nel 2011 erano 760mila) ai circa 60mila euro attuali.
In aggiunta Sviluppo Lazio, agendo sui fitti passivi (sede di Via Vincenzo Bellini), riducendo il personale dirigenziale, tagliando le spese di comunicazione e non confermando alcuni servizi direttamente riconducibili alla Presidenza dell’azienda, ha generato risparmi per circa 500.000 euro su base annua. È in corso infine una difficilissima operazione di riordino del Gruppo Sviluppo Lazio che tocca molti interessi e supera diseconomie ed inefficienze derivanti da un modello articolato su 5 società. Un riordino che porterà ulteriori significativi risparmi: si pensi alla sola chiusura di BIL, che nel 2013 presenta una perdita superiore al 1 mln di euro. Lo afferma in una nota l’ufficio stampa della Regione Lazio”.
Se effettivamente la Regione Lazio sta tagliando, l’articolo di Sergio Rizzo sulla “Voragine Lazio” spiega che c’è un’intera foresta di sprechi da disboscare.
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