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Taglio parlamentari, Senato federale: bozza Calderoli, riforme urgenti

di Emiliano Condò |15 Settembre 2011 8:31

ROMA – Via libera immediato all’iter per la bozza Calderoli di riforme costituzionali che prevede, tra l’altro, il dimezzamento dei parlamentari. Il Consiglio dei ministri a sorpresa dichiara l’urgenza del provvedimento per poter trasmetterlo alle Camere. Il testo è quello approvato dal Cdm dello scorso 18 luglio: in quel caso fu varato con la formula ”salvo intese” nella maggioranza, intese che sono state sciolte quest’oggi.

La bozza presentata dal ministro Roberto Calderoli, oltre al taglio dei parlamentari, prevede la nascita del Senato federale e la cancellazione della circoscrizione estero.

La procedura d’urgenza fa si’ che il provvedimento sia immediatamente inviato ai due rami del Parlamento per dare il via all’iter legislativo. Ci vorrà poco piu’ di un anno perché la bozza divenga legge, rivela Calderoli al termine della riunione dei ministri a Montecitorio.

”La volta scorsa per varare la riforma costituzionale impiegammo 13-14 mesi, ora gli articoli sono di meno ma i tempi dovrebbero essere gli stessi”, spiega l’esponente leghista.

Calderoli sottolinea poi che ”sono gia’ stati avviati contatti con i presidenti delle Camere per assegnare il testo alle commissioni competenti”. ”Alla prima commissione della Camera – aggiunge – dovrebbe andare il provvedimento sulle province; a quella del Senato invece la riforma complessiva”.

Quanto al dialogo con l’opposizione – afferma l’esponente leghista – ”per il momento abbiamo trovato un accordo in maggioranza; appena il testo sara’ presentato alle commissioni ne parleremo anche con l’opposizione. Dateci il tempo di presentarlo”.

Il testo prevede che il Senato federale sia composto da 250 senatori (attualmente sono 315). Viene ”eletto a suffragio universale e diretto su base regionale”. Ai suoi lavori partecipano ”senza diritto di voto, altri rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali” e si potra’ essere eletti senatori al compimento dei 21 anni.

Il testo sostituisce integralmente l’articolo 59 della Costituzione e trasforma gli ex capi di Stato da senatori a ‘deputati’ a vita. Cancella anche la figura dei cinque senatori a vita che ad oggi il presidente della Repubblica puo’ scegliere. Il Presidente del Consiglio diventa ”primo ministro’, mentre ”le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente della Camera dei deputati”.

La sola Camera vota la fiducia al governo. E puo’ votare una sfiducia costruttiva, con indicazione di un nuovo premier. Ma sempre ”nell’ambito della maggioranza che ha vinto le elezioni”. Viene introdotto pero’ un meccanismo anti-ribaltone che vincola anche il capo dello Stato.

Il governo, infine, puo’ accelerare sui disegni di legge: se ne dichiara ”l’urgenza”, le Camere dovranno votare entro 30 giorni (piu’ in fretta di un decreto). In ogni caso per le pdl i regolamenti indicheranno ”tempi certi”. Strada sbarrata al proporzionale puro. Il testo prevede che la legge elettorale della Camera debba ”favorire la formazione di una maggioranza”.

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