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Tangenti, Boni: “Continuerò a svolgere il mio ruolo”. La mozione del Pd

di Alessandro Avico |20 Marzo 2012 13:00

MILANO –  “Continuerò a svolgere il mio incarico nel rispetto delle istituzioni e al servizio della comunità lombarda, così come ho sempre fatto”. Lo ha affermato il presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega), indagato per corruzione, intervenendo in aula al Pirellone, riguardo al caso giudiziario che lo coinvolge. A differenza dell’ultima seduta dell’assemblea lombarda, durante la quale aveva preso posto sui banchi della Lega Nord da semplice consigliere regionale, il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, ha scelto di presiedere regolarmente l’assemblea del Pirellone seduto sullo scranno più alto.

Inizialmente non ha fatto cenno alle proprie vicende giudiziarie; poi però il centrosinistra – dopo che era stata dichiarata inammissibile, una settimana fa, la mozione con cui invitavano Boni alle dimissioni – ha depositato una mozione urgente in cui si chiede che “i consiglieri sottoposti a indagine distinguano” la propria situazione dal ruolo istituzionale. Boni a quel punto ha letto alcuni suoi appunti dallo scranno della presidenza, poi ha lasciato il banco della presidenza non appena iniziata la discussione, lasciando il vicepresidente Carlo Saffioti (Pdl) a dirigere i lavori.

“Nel ribadire con fermezza tutto quanto ho già detto, voglio anche sottolineare come i tempi mediatici poco si coniughino con i tempi reali della giustizia, nella quale ho da sempre fiducia”, ha detto Boni. “Non mi sarei aspettato – ha detto ancora prima di lasciare la presidenza – di essere chiamato a rispondere in quest’aula prima ancora di farlo nelle sedi competenti e nelle modalità e nei tempi che non sono io a decidere, precisando che come voi ho appreso molte informazioni dalla stampa”.

Dunque l’esponente della Lega ha ribadito la “totale estraneità ai fatti” contestati dalla Procura di Milano, aggiungendo subito dopo: “Non è questo il luogo in cui posso rispondere a delle supposizioni, ma favorirò al contrario questo dibattito che tratterà non dell’individuo ma del rapporto tra etica e politica. Ed è proprio per questo – ha concluso Boni – che continuerò a svolgere il mio incarico”. Al termine del breve intervento sono scattati gli applausi di Pdl e Lega.

“Il Consiglio regionale – si legge nel dispositivo del nuovo documento sottoscritto da Pd, Idv, Udc e Sel – in questo particolare momento contrassegnato da numerose indagini della magistratura, su ipotesi di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione, concussione, finanziamento illecito dei partiti, a carico di esponenti dell’Amministrazione regionale, invita i consiglieri sottoposti a indagine a distinguere la loro condizione soggettiva dall’esercizio di funzioni di rappresentanza dell’istituzione regionale”. Non dunque un invito esplicito a Boni, perché non essendo prevista la sfiducia per il presidente del Consiglio la mozione avrebbe potuto incappare in un nuovo stop.

 

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