Tangenti, Cofferati: "Penati? Un passo indietro gli gioverà"

ROMA – ''Se una persona viene inquisita, fino a quando non e' completato il percorso di accertamento delle sue responsabilita' e' indispensabile che si sospenda da incarichi istituzionali o dall'adesione al partito. Non solo sarebbe giusto, ma sarebbe anche utile per la persona inquisita. Toglie i sospetti, cancella le remore, dopodiche' alla fine del percorso quel rapporto si puo' ricostruire serenamente o interrompere definitivamente''. Cosi' l'ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati, che giudica opportuna l'autosospensione di Penati dal Pd.

Intervistato dal Corriere della Sera, Cofferati interviene anche sul caso di Pronzato. ''Quando ci si trova di fronte ad atti di corruzione e c'e' un patteggiamento, qualunque sia la ragione che lo ha originato, si rimane basiti'', afferma. ''Certo, non bisogna generalizzare, ma non si puo' avere nessuna indulgenza verso chi ha violato regole''.

In merito alla macchina del fango, ''che ci sia un uso strumentale dei singoli avvenimenti e' del tutto evidente'', dichiara Cofferati. ''Di fronte alla strumentalizzazione bisogna reagire, ma la reazione e' tanto piu' forte se e' accompagnata da azioni concrete e dal riconoscimento degli errori'', ad esempio quello di aver ''congiunto il ruolo istituzionale di Pronzato all'Enav con un incarico di partito''.

Per Cofferati ''Il quadro generale e' inquietante ed e' molto somigliante a Tangentopoli, nonostante i molteplici e comprensibili tentativi di trovare dei distinguo''. Per questo, ''bisogna dotarsi di un codice etico molto forte, da applicare con rigore: e' meglio un'oncia di rigidita' in piu', da correggere eventualmente dopo, piuttosto che lasciare in campo una situazione dubbia, incerta, che presta il fianco alle strumentalizzazioni''.

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