Tap, tre parlamentari M5s smentiscono Conte: “Non è vero che ci sono penali”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2018 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA
Tap, 3 parlamentari M5s smentiscono Conte: "Non è vero che ci sono penali"

Tap, 3 parlamentari M5s smentiscono Conte: “Non è vero che ci sono penali”

ROMA – Non è vero che ci sono penali se si ferma la Tap. Così tre parlamentari M5s smentiscono il premier Giuseppe Conte che venerdì, parlando ai sindaci pugliesi, ha sentenziato che il gasdotto “si deve fare, perché una interruzione dell’opera comporterebbe costi insostenibili”. Parole che hanno scatenato la rivolta degli attivisti No Tap ma pure all’interno di M5s, da parte di chi vede i suoi vertici sempre più deboli di fronte all’alleato leghista. Avevano detto: “Lo blocchiamo in 15 giorni”. Dopo l’Ilva, il via libera alla Tap sarebbe la seconda promessa elettorale non mantenuta dai 5 Stelle.

“Non ci possono essere penali, semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e TAP”, fanno sapere i senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis e della deputata Sara Cunial. “Non ci possono nemmeno essere costi a carico dello Stato, semplicemente perché, non essendovi ad oggi il rispetto delle prescrizioni da parte di Tap, non vi può essere responsabilità dello Stato. Continuiamo ad avere fiducia nella magistratura”, hanno continuato i parlamentari.

I No Tap, intanto, dopo l’ufficialità del via libera ai lavori, hanno lanciato una campagna social per chiedere le dimissioni degli esponenti Cinquestelle eletti in Salento proprio con la promessa di bloccare l’infrastruttura. I volti dei destinatari della campagna, tra cui figura anche il premier Conte, vengono raffigurati al centro di due loghi, il primo recante la scritta “No Tap, né qui né altrove”, il secondo “Sì Tap, sia qui che altrove”.

Gli attivisti accusano di tradimento gli eletti grillini che, affermano, dopo aver fatto della battaglia contro il gasdotto il tema “madre” delle rispettive campagne elettorali, ora hanno cambiato idea. Gli attivisti hanno diffuso un video in cui si vede una donna strappare la propria scheda elettorale, in segno di protesta.