Targa straniera, multa e sequestro ai militari che rientrano dalle missioni, Gasparri: paradossale

Roma- “È ormai paradossale la situazione che investe i nostri militari impegnati all’estero e l’impiego da parte loro di automobili con targhe straniere

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri commenta  così il disagio provocato dalla legge sulla sicurezza che espone il personale della Difesa, al rientro in Italia dalle missioni all’estero, a multa e sequestro della vettura perché con targa estera.

La legge ha infatti sancito che “È vietato, a chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre sessanta giorni, circolare con un veicolo immatricolato all’estero”.  

Si può quindi parlare di vuoto normativo se chi rientra dalle missioni si trova in tale stato di difficoltà da non lasciare via di scampo. Non gli è permesso di spostare la residenza all’estero, ma, dato che è obbligato a targare i mezzi di circolazione con targa del Paese ospitante per via degli accordi internazionali, incorre inevitabilmente nella sanzione, che può arrivare a più di 700 euro, e nel possibile sequestro del mezzo 180  giorni dopo l’emissione del verbale.

La nuova normativa quindi, introdotta nel Decreto Sicurezza per contrastare il fenomeno dell’esterovestizione – cioè la  fittizia localizzazione all’estero per  ottenere benefici fiscali e, nel caso delle automobili, la pratica  fiscale dell’immatricolazione all’estero di mezzi di trasporto che permetteva di sfuggire al pagamento di tasse e altri oneri in Italia – ha finito per colpire anche chi per lavoro –per di più al servizio della nostra Nazione- è costretto ad avere un’automobile con targa straniera.

Per trovare una soluzione al problema Maurizio Gasparri ha già presentato una interrogazione parlamentare. Forza Italia e Lega hanno presentato emendamenti.

Una vicenda per la quale ho presentato una interrogazione nei mesi scorsi- continua Gasparri- e che mi auguro venga al più presto risolta, visto che parliamo di una formalità burocratica che li vede costretti, per rispettare norme ed accordi internazionali siglati dal nostro Paese, ad immatricolare le loro auto con targhe dei Paesi ospitanti, con la beffa, al rientro in Italia, di vedersi multati per targa, a quel punto, irregolare.”

“Purtroppo non sono bastati gli emendamenti a firma Forza Italia e Lega, dichiarati inammissibili al decreto sicurezza bis, per risolvere la vicenda. I nostri Militari continueranno certamente a garantire la nostra sicurezza in Italia e all’Estero ma vanno rispettati e tutelati anche in questi aspetti, per alcuni minori ma per loro importanti”, conclude Gasparri.

Fino a prima della legge era molto diffuso il fenomeno dell’esterovestizione e l’immatricolazione delle auto all’estero comportava che il proprietario non pagasse il bollo in Italia, dove è tra i più cari tra i Paesi europei. Fino al 2015, prima dell’introduzione del Cross Border, c’erano molte speranze di farla franca con le multe autostradali.

Il sistema di interscambio UE Cross Border

Il sistema Cross Border è operativo in Italia dal 24 ottobre 2015. Si tratta di un sistema automatizzato di interscambio dei dati di immatricolazione dei veicoli circolanti nei Paesi UE, ai sensi della direttiva 2011/82, sostituita con la direttiva 2015/413 e recepita con il Decreto Legislativo 4 marzo 2014, n.37.

L’interscambio avviene solo attraverso i Punti di Contatto Nazionali (National Contact Point) dei vari Paesi e l’accesso ai dati di un determinato veicolo estero avviene solo se l’infrazione compiuta appartiene al gruppo di 8 violazioni alla circolazione stradale previste nella direttiva suddetta e di seguito riportate: a) eccesso di velocità; b) mancato uso della cintura di sicurezza; c) mancato arresto davanti a un semaforo rosso; d) guida in stato di ebbrezza; e) guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti; f) mancato uso del casco protettivo; g) circolazione su una corsia vietata; h) uso indebito di telefono cellulare o di altri dispositivi di comunicazione durante la guida. (Fonte: Ministero dei Trasporti)

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