ROMA – Tasi, la prima rata slitta al 16 ottobre in quei 6mila Comuni che non hanno ancora deciso aliquote e detrazioni. E dal momento che lo slittamento della tassa può mettere in crisi i già precari bilanci, ci penserà il governo a fare un’anticipazione di cassa. Ovvero verserà dei soldi, ma non troppi, precisa il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, perché pesa l’effetto del decreto Irpef, quello degli 80 euro.
E gli altri Comuni? Quelli che hanno effettivamente fissato le aliquote sono circa 2000 e per loro la prima rata scadrà il 16 giugno: qui difficilmente però arriverà a casa il bollettino precompilato. I cittadini dovranno quindi affidarsi ai calcoli fai da te.
Per i Comuni che usufruiscono della proroga “ci sarà l’anticipazione da parte dello Stato”, ha annunciato Fassino. “Il problema dei Comuni – ha spiegato – non è la Tasi ma le risorse complessive che hanno a disposizione”. L’anticipazione ci sarà, ha confermato Padoan, sarà “temporanea” e soprattutto, ha frenato immediatamente il ministro, “nell’ambito delle risorse disponibili”.
Per capire quanto effettivamente il governo sarà in grado di stanziare bisognerà attendere i prossimi giorni (probabilmente entro la settimana anche se non è escluso un rinvio all’inizio della prossima settimana) quando arriverà in consiglio dei ministri il decreto sul rinvio dei termini per il pagamento delle rate.
Per i Comuni che non hanno deliberato entro il 23 maggio sarà previsto lo slittamento al 31 luglio (data massima per l’approvazione dei bilanci) per la fissazione delle aliquote e al 16 ottobre per il pagamento della prima rata per tutti gli immobili. Il 16 dicembre resterà la scadenza per la seconda rata. Oggi, a legislazione vigente, nei Comuni che non hanno rispettato la scadenza del 23 maggio è previsto per la prima casa il pagamento di tutta la Tasi il 16 dicembre, mentre per gli altri immobili il 16 giugno è dovuta comunque la prima rata in base all’aliquota base, con conguaglio il 16 dicembre.