Tassa sugli extra profitti, le aziende pagano all’italiana. Ma per la sinistra moltiplica i pani e i pesci

Carissimo gas, costosissima energia, bollette super aumentate…quindi girare il conto o almeno una robusta parte del conto alle imprese, alle aziende, al settore dei produttori di energia. Perché? Perché comparti di questo settore hanno guadagnato molto in questa situazione (un solo esempio: il prezzo dell’elettricità è tarato sull’energia elettrica prodotta usando il gas, ma l’energia prodotta con altre fonti costa molto di meno a produrla eppure viene venduta al prezzo-gas).

Il molto viene definito appunto extra profitto. Si tratta quindi di tracciare una linea, una misura che separi il profitto catalogato come normale e quello extra. Dove, come la linea che separa il normale e l’extra e quindi il non ulteriormente tassabile e invece la quota profitto da gravare da ulteriore tassa? Ci ha provato il governo istituendo la tassa sugli extra profitti nel settore energetico. Non è andata bene, proprio per niente.

Le aziende hanno fatto come il contribuente tipo 

Il gettito della tassa sugli extra profitti nel settore energetico doveva essere di otto, poi nove, poi dieci miliardi. Ad ogni giro di titolo di giornale la comunicazione arrotonda in alto il gettito previsto. Arrotonda, cresce, gonfia perché da gettito stimato è diventato gettito mancato. E allora è una bella storia da raccontare all’opinione pubblica che se quelli che devono pagare la tassa l’avessero pagata…Già, perché le aziende sottoposte a tassa su extra profitti hanno fatto e stanno facendo come da abitudini, usi e costumi standard del contribuente italiano.

Le imprese la tassa la pagano all’italiana. Cioè rinviano il pagamento, fanno ricorso, aspettano un condono, uno stralcio…Il sistema e la storia fiscale italiani consentono l’ora non ti pago, poi vediamo. Lo consentono e l’ora non ti pago poi vediamo è pratica comune e usuale. Le aziende che non pagano la tassa sugli extra profitti (finora arrivato solo un miliardo) fanno, si comportano più o meno come il signor Rossi cittadino e contribuente medio.

Tassa che sfamerà ogni bolletta 

Nonostante la realtà, la tassa sugli extra profitti viene narrata come quella che sfamerà ogni bolletta. Soprattutto la sinistra la porta come immagine santa in processione: da Landini e Fratoianni indicano i 50 miliardi quello che si può togliere “ai padroni”. Basta, quasi avanza per pagare ogni bolletta. Corollario e aggiunta: bloccare a terra i jet privati, così si risparmia e un po’ si fanno piangere i ricchi. Una sorta di sovietizzazione alla casalinga, soprattutto la diffusione dell’illusione, molesta e non innocua, che il super costo dell’energia possa essere messo in conto a qualcun altro, il capitalismo, le grandi aziende…E che vi sia sempre una inesauribile grotta del tesoro dove i soldi per tutto basta andarli a prendere. 

Destra scosta bilancio 

La Destra in funzione di feticcio scaccia bollette ne mostra invece un altro: non la tassa che moltiplica i pani e i pesci ma lo scostamento di bilancio. Cioè? Cioè i 30 0 50 miliardi spendiamoli a debito. A debito di chi? La riposta è: a debito di nessuno.

Il peggio di questo assioma della destra che va a governare è la sua certezza che si possa fare debito quanto si vuole e al tempo stesso conservare la protezione anti spread della Bce, che si possa, anzi sia diritto inalienabile prendere i soldi della Ue e insieme sottrarsi ad ogni regola di bilancio europea. Il peggio è il crederci davvero che si possa e si debba essere sovranamente astuti e che gli altri (Stati, governi, contribuenti) siano tenuti ad essere un po’ fessi.

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