Tasse, aliquota unica al 25% per tutti, Imu e Irap abolite, riforma da sinistra moderna

Tasse, aliquota unica al 25% per tutti, Imu e Irap abolite, riforma da sinistra moderna
Tasse, aliquota unica al 25% per tutti, Imu e Irap abolite, riforma da sinistra moderna

ROMA – Una «flat tax», aliquota unica per la tassa Irpef, al 25%, via Irap e Imu sono i cardini di una riforma del Fisco lanciata da Nicola Rossi dalla prima pagina del Sole 24 ore di domenica 25 giugno 2017: “Bisogna trovare il coraggio di cambiare, lasciandosi alle spalle una stagione di politica tributaria la cui cifra è l’assenza di un disegno o, più precisamente, il disinteresse verso un qualsivoglia disegno”. La Imu è la tassa più odiata dagli italiani, la Irap è la tassa che dimostra la miopia e sprovvedutezza dei persecutori fiscali sedicenti di sinistra: è una tassa che punisce il lavoro, più dipendenti hai in rapporto alle altre voci di costo e più ne paghi.

Nicola Rossi nasce comunista, oggi è senatore ma fa parte del Gruppo misto. Difficile dubitare della sua fede di sinistra. Si tratta di una  concezione di sinistra molto diversa da quella bieca e oppressiva che da 20 ha reso quella della povera Italia la tartaruga delle economie europee. Una riforma fiscale, scrive Nicola Rossi, è necessaria “per rendere il nostro sistema più semplice ed efficiente”, come da parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E con lui, sottolinea Rossi, anche il Fondo monetario internazionale. Questa del Fmi non è proprio una garanzia di verità. Lo è invece la constatazione che “il sistema fiscale italiano costituisce ormai un freno non più sostenibile per l’economia italiana. Per la sua straordinaria complessità, per il suo peso eccessivo, per la sua strutturale inefficienza e, come se non bastasse, per la sua limitata portata redistributiva: non riusciamo ad aiutare chi davvero è rimasto indietro, come dimostrano i dati sempre più preoccupanti sulla diffusione della povertà”.

Chi non concorda con Rossi? Gli ultra delle tasse che si annidano nell’ex Pci e, ovviamente, l’apparato che presiede al prelievo e che ne trae motivazione, sostentamento e di tanto in tanto occasione di qualche bakshish: “Non è possibile giustificare oltre il sistema vigente di imposte e benefici, se non per difenderne le tante connesse posizioni di rendita”.

La proposta illustrata da Rossi è stata elaborata dall’ Istituto Bruno Leoni e si articola in quattro punti. Oltre alla flat tax, aliquota unica al 25% e alla abolizione di Imu e Irap, ne fanno parte altre due proposte che sono di un po’ più difficile comprensione, ma che, tradotte in italiano, voglio dire reddito di cittadinanza e riforma finanziaria della Sanità pubblica:

1. “un trasferimento monetario – il “minimo vitale” – differenziato geograficamente, indipendente dalla condizione professionale dei singoli ma non incondizionato e contestuale abolizione della vigente congerie di prestazioni assistenziali o prevalentemente assistenziali;

2. “ridefinizione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici (ed in particolare della sanità) mantenendo fermo il principio della gratuità del servizio per la gran parte dei cittadini ma imputandone, ai soli cittadini più abbienti, il costo (in termini assicurativi) e garantendo loro contestualmente il diritto di rivolgersi al mercato (opting out)”.

Ammonisce Rossi che “la vera riforma della pubblica amministrazione si fa solo attraverso il processo di revisione strategica (e non funzionale) della spesa. Domandandosi che cosa lo Stato debba produrre e come, e non limitandosi a chiedere che faccia un po’ meglio quello che già fa”.

La nuova Irpef diventerebbe “una imposta sul reddito su base familiare (che si tratti di un matrimonio o di un’unione civile), con un’unica aliquota – pari al 25%, come si è detto – ed una deduzione base di ammontare pari ad euro 7.000 annui nel caso di nuclei familiari composti da un solo adulto (opportunamente incrementati attraverso l’uso di una scala di equivalenza nel caso di nuclei familiari di dimensioni superiori o con diverse caratteristiche)”.

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