Tasse, Berlusconi: crisi non permette riduzione tasse

«L’attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

«Devo dire – ha detto il capo del governo in conferenza stampa – che non sono vere neppure tutte quelle illazioni sulla volontà di andare alla riduzione delle imposte. L’attuale situazione di crisi -non comporta nessuna possibilità di riduzione delle imposte».

«Abbiamo avuto anche una riduzione delle entrate negli ultimi mesi – ha aggiunto il premier – una diminuzione del 5% del nostro Pil e questo ci ha costretto a un deficit annuale che è andato a sommarsi al debito ereditato e che comporterà, sia da quest’anno che per gli anni a venire, che soltanto per la spesa di interessi contro il titoli del debito pubblico che sono andati a coprire questo maggiore deficit e debito una spesa di 8 miliardi di euro all’anno».

«In questa situazione – ha proseguito il premier – è assolutamente fuori discussione che si possa pensare a una riduzione del taglio delle imposte”.

«Si impone una semplificazione di tutto il sistema tributario – ha sottolineato il Cavaliere – ma sarà un lavoro lungo, duro. Spero che possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo».

Riguardo al quoziente familiare, Berlusconi ha affermato: «ribadisco che il quoziente familiare resta un nostro impegno, ma purtroppo non c’è nessuna possibilità che questo possa avvenire in questa situazione di bilancio».

«Ho assistito a molte discussioni televisive circa una nostra promessa elettorale che riguarda il quoziente familiare», è stata la premessa del premier.

«E’ un fatto di giustizia che un singolo che guadagna 100 sia chiamato a pagare più tasse di un padre di famiglia che deve mantenere una famiglia numerosa», ha aggiunto. Quella del quoziente familiare, ha quindi affermato, resta «la direzione prima su cui in un futuro potremmo convogliare una possibile riduzione delle imposte».

I tempi, però, non sono maturi. «E’ un nostro impegno elettorale, ma era immediatamente legato al fatto che avremmo proceduto in quel senso ove le condizioni del bilancio dello stato lo avessero consentito. Quindi – ha concluso Berlusconi – ribadisco il nostro impegno, ma purtroppo devo dire che oggi come oggi non c’é nessuna possibilità che questo possa avvenire».

Berlusconi ha negato che durante il cdm siano state avanzare proposte di riduzione a due aliquote o di abbassamento a otto imposte. Il problema, però, esiste. «Siamo di fronte a un caso che ci impone una semplificazione. Anche i commercialisti si mettono le mani nei capelli quando devono interpretare queste norme».

Poi l’affondo all”opposizione che «ci imputa di “non aver fatto nulla, ma è esattamente il contrario visto che dagli studi fatti emerge che mai nessun governo ha fatto quanto abbiamo fatto noi in 19 mesi».

Immediata la reazione dell’Idv: «Berlusconi ha fatto marcia indietro anche sul fisco. Non è possibile alcuna riduzione, sostiene, per colpa della crisi economica. Come se qualche giorno fa la crisi non fosse ugualmente esistita».

Ed anche dalla Cgil arrivano reazioni critiche. «Bisogna ridurre le tasse a partire da quest’anno, non è accettabile che un giorno si dica una cosa e un altro si dica il contrario, e soprattutto che i lavoratori e i pensionati paghino sempre più tasse» sottolinea il segretario generale Guglielmo Epifani.

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