Una “nube” sul tassametro: 400 euro per andare in taxi da Termini a Fiumicino

Il taxi fa 400 euro, il ristorante 695. L’albergo, almeno quello, è a carico della compagnia aerea e almeno là qualcosa si risparmia. Per molti stranieri “imprigionati” a Roma dalla nube del vulcano islandese, la sosta nella capitale si è trasformata in un vero e proprio salasso visto che, alcuni tassisti hanno pensato bene di chiedere 400 euro non  per riportare qualche malcapitato a casa ma semplicemente per trasportarli dall’aeroporto di Fiumicino alla stazione di Roma Termini. Quattrocento euro per 30 chilometri, ovvero poco più di 13 euro a km: costi da “Space Shuttle” più che da quattro ruote.  Al confronto i 14 francesi che hanno noleggiato due taxi da sette posti per tornare da Roma a Parigi sono stati fortunati: duemila euro per circa 1.400 km. Una tariffa decisamente più ragionevole di 1,42 euro per chilometro.

Quello di certi tassisti è un  comportamento che disturba soprattutto perchè si lucra sul bisogno delle persone e perchè si verifica in una città che di turismo dovrebbe campare e che invece i turisti continua a calpestare. Sempre a Roma, qualche mese fa fece scalpore il caso dei due giapponesi “rapinati” al Passetto. Erano gli inizi di luglio ed una coppia di giapponesi decise di cenare nel noto ristorante di Piazza Navona. La coppia mangiò normalmente e chiese il conto. Si presentò un cameriere, inopinatamente a volto scoperto e brandente fattura: primi piatti per 208 euro, 142 euro di antipasti, i 82,50 euro per i secondi di pesce, 108 euro di vino. Poi 31 per la frutta, 3 euro per l’acqua e 5 euro per il coperto. Totale: 695 euro. I giapponesi allora denunciarono e la storia finì con una multa, una gran brutta figura e tante scuse. Di pentimento, invece, neanche l’ombra. Al contrario l’assoluta inconsapevolezza di aver truffato e un vago senso di fastidio per un “affare” finito male. Al punto che tre giorni dopo arrivò una nuova denuncia con gli stessi protagonisti: turisti da un lato, ristorante esoso dall’altro e in mezzo una ricevuta di “appena” 352 euro.

È la “strategia della sola”: uno vive e lavora normalmente ma alla prima occasione utile cerca la scorciatoia per mettersi in tasca dei soldi in più. Così, quando la nube islandese ha soffiato verso la capitale ad alcuni tassisti non è sembrato vero di poterci mettere sopra il carico.  Gli “spennati” preferiti sono ancora una volta gli stranieri. Con l’aggravante che, vista la situazione, non si tratta neppure di turisti ma di persone che vorrebbero tornare a casa e non ci riescono.

Ai tassisti in questione, però, non importa granchè, anzi. La loro è una legge di mercato assolutamente amorale: aumenta la domanda, sale il prezzo. Con buona pace di chi, come Pier Luigi Bersani, proprio contro i tassisti ha in passato condotto, e perso, una lotta per la liberalizzazione.

Le alternative, in ogni caso, non sono molto più economiche. Spiega un ragazzo lombardo appena sbarcato da New York di aver provato la strada del noleggio con conducente: “Ci hanno chiesto 1300 euro – riferisce – allora abbiamo chiamato un noleggiatore da Brescia, che ci ha chiesto 500 euro per arrivare fin qui e riportarci a Brescia”. Insomma, ci marciano un po’ tutti e mentre le compagnie aeree fanno pressione per riprendere a volare tra tassisti e noleggiatori c’è più di qualcuno che fa la danza del vulcano sperando che la nube si ostini ad abitare i cieli europei il più a lungo possibile.

Adesso a Roma, dopo due giorni di crisi, tutto procede lentamente verso la normalità. Quale normalità? Quella in cui, se la faccia del cliente lo consente, si spegne il tassametro e si propone una “tariffa fissa” spacciandola per conveniente.

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