Morti, “fantasmi” e boss: tessere con broglio, vizio bipartisan

ROMA – C’è il caso di Bassano del Grappa, dove un iscritto al Pdl è risultato morto da tempo. Ci sono persino i “fantasmi”: a Varese alle “primarie” della Lega su 329 votanti sono spuntati 332 voti. Tessere e voti, il broglio è bipartisan. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera ripercorre la lunga tradizione italiana degli imbrogli. Scrive Stella: “Varie inchieste giudiziarie, tuttavia, hanno dimostrato che non un partito, manco uno, è riuscito negli anni a rimanere del tutto estraneo a queste faccende. Basti ricordare, tra gli altri, il processo che a Udine, per le provinciali e le comunali del 1995, vide 12 persone finire in manette e 71 a giudizio appartenenti un po’ a tutti i partiti, da An al Ccd, da Forza Italia al Pds, dai Verdi alla Lega Friuli e al Ppi. Furono coinvolti perfino, sia pure di striscio, i radicali, che storicamente hanno combattuto le battaglie più dure sul fronte della legalità nella raccolta delle firme, fino alla denuncia per brogli del governatore Roberto Formigoni”.

L’ultimo caso proprio pochi giorni fa, quando Francesca Trapani, rappresentante di lista di Fabrizio Ferrandelli a Palermo, è stata indagata. Scrive l’Ansa che “secondo testimonianze la donna aveva decine di certificati elettorali nella propria auto che le erano stati consegnati dagli stessi elettori. Quando il cittadino si presentava da lei, la donna consegnava il certificato elettorale e anche l’euro per votare alle primarie. Qualcuno avrebbe anche visto alcune persone che dopo il voto restituivano il certificato alla stessa Trapani”.

Senza dimenticare l’eclatante caso delle tessere Pdl, con sospetti di voti in massa da parte di persone in odore di mafia. Ecco la denuncia della berlusconiana Isabella Bertolini sul caso di Modena: “Scorrendo l’elenco dei nuovi tesserati, quasi 6 mila, ho notato un impetuoso aumento degli iscritti in alcuni Comuni a forte rischio di infiltrazioni… I sospetti sono aumentati quando ho verificato che molte iscrizioni erano in blocco, a famiglia, e che si trattava di persone provenienti da Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa…”.

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