Il testamento di Berlusconi: “Se mi tiro indietro candidato Tremonti”

Pubblicato il 4 Maggio 2011 - 18:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Se Silvio Berlusconi si tirasse indietro verrà candidato Giulio Tremonti. Lo ha detto lo stesso premier in un’intervista a ‘Porta a Porta’ che andrà in onda stasera.

”Vedremo alla fine di questa legislatura – dice il Cavaliere – se sarà necessario per il centrodestra mettermi ancora quale candidato alla guida del governo”, in quel caso ”io non mi tirerò indietro, se invece verranno fuori altre personalità, e ne abbiamo diverse, Tremonti in primis, che possano suscitare consenso elettorale, e sarà l’ampia gamma di sondaggi di cui disporremo che ci dirà se sarà così, io sarei felice di poter magari restare ancora in politica ma occuparmi del Pdl e lasciare ad altri la conduzione del governo”.

Il premier ha anche detto: ”Certamente le prossime elezioni amministrative sono un test politico” ed “io sono convito che il centrodestra vincerà anche queste elezioni e avremo non soltanto la possibilita’ di portare il buon governo, ma anche di confermare la solidita’ della maggioranza e di dare un sostegno all’azione del governo”.

Poi: ”I toni in campagna elettorale non sono solo accesi. E’ accesa tutta la vita politica italiana; c’è un clima da guerra civile e non certo per colpa nostra. La sinistra annovera tra i suoi sostenitori i centri sociali in cui si annidano molti facinorosi. E di questo noi dobbiamo prendere atto – spiega – e dobbiamo far notare agli elettori che possono scegliere tra una alleanza di sinistra, che comprende di tutto di piu’ e una di centro destra che comprende gli italiani moderati e di buon senso”.

”Con l’opposizione non vedo nessun dialogo. La sinistra deriva dal vecchio Pci che non hanno mai rinnegato. Sono sempre gli stessi e fanno politica allo stesso modo”.

Poi un accenno alla mafia: con Giovanni Brusca ”non ho mai avuto contatti e nessuna richiesta di contatto”.

Osama Bin Laden, i rapporti con la Lega sulla questione Libia e, soprattutto politica economica. Sono alcuni degli altri temi affrontati dal presidente del Consiglio nell’intervista a Bruno Vespa.

Quanto ai conti pubblici, almeno pubblicamente, il premier sposa la linea austerity di Giulio Tremonti: ”Ci sono delle situazioni del bilancio che richiedono assoluto rigore e Tremonti non può inventare delle disponibilità che nel bilancio non ci stanno”. Sulla manovra di giugno, annunciata dall’Ansa e smentita dal sottosegretario Cesaro, nessuna dichiarazione.

Berlusconi, a Vespa, parla anche di Libia e definisce “saldo” il rapporto con la Lega. ”Con Umberto Bossi non c’è stata nessuna incomprensione. La mozione sulla Libia ha dimostrato la solidita’ e la coesione della maggioranza contro le divisioni dell’opposizione”. ”A volte con Bossi – ha aggiunto Berlusconi – ci sono delle dialettiche che molto spesso originano nei periodi elettorali a cui la Lega è molto sensibile. Ma poi alla fine si è sempre trovato un modo per ragionare bene e per arrivare a delle soluzioni condivise”.

Quindi il capitolo Bin Laden. ”Tutti i paesi democratici temono” ritorsioni dopo l’uccisione di Osama Bin Laden, ”per questo teniamo le antenne alzate come tutti i servizi segreti occidentali”. Secondo Berlusconi, in ogni caso, ”aver eliminato Bin Laden significa aver tolto non solo l’uomo di punta ma anche l’ispiratore di tutta la politica sovversiva ai Al Qaeda”.

Il premier torna anche sulla questione immigrazione e lo fa ostentando sicurezza. ”Siamo un paese di 60 milioni di abitanti e non dobbiamo aver paura dell’arrivo di qualche migliaio di persone. Immigrati ne arriveranno perché la situazione in Libia è una situazione complicata cosi’ come in Tunisia. E a causa di tutti gli altri sommovimenti che il vento della liberta’ e della democrazia ha spirato forte in tutto il Nordafrica. Cercheremo di distribuirli in tutta Europa – ha proseguito il premier – ma per un paese di 60 milioni di abitanti non dobbiamo aver paura dell’arrivo di qualche migliaio di persone”.