Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, dedica a Bettino Craxi un editoriale nell’edizione delle 2o. Quella di Minzolini è una difesa appassionata di un politico che, a dieci anni dalla sua morte, continua a far discutere.
«Alcuni gli vogliono dedicare una strada, altri lo considerano un mezzo bandito – esordisce il direttore – ma Craxi ha finito soprattutto per diventare un capro espiatorio».
Minzolini spiega così il gonfiarsi del debito pubblico durante il periodo del craxismo: «Una democrazia costosa ha consentito all’Italia di rimanere nel mondo libero».
Su Tangentopoli il giudizio del direttore del Tg1 è secco: «Il reato portante di Tangentopoli era stato oggetto di amnistia appena due anni prima. Quindi, dopo l’intervento della magistratura c’è stato chi ha pagato – come Craxi – e chi l’ha fatta franca».
«Craxi – prosegue Minzolini- fu messo alla ghigliottina per essere stato l’unico a dire che a un problema politico si stava dando una soluzione giudiziaria». E, continua il direttore del Tg1, «proprio per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell’imputato».
La questione della “riabilitazione” dell’ex leader del Psi per Minzolini è oziosa: «Craxi non ha bisogno di nessuna riabilitazione l’uomo che insieme a Reagan e Papa Wojtyla ha contribuito a mettere in ginocchio l’Urss. Dopo il Muro di Berlino – aggiunge Minzolini – in Italia ci si trovò nella condizione paradossale che chi stava dalla parte giusta della storia fu messo sulla sbarra degli imputati».
«Per la storia – conclude Minzolini – Craxi va ricordato già oggi come uno statista».
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