ROMA – Tiziano, papà di Renzi, resta indagato. Bancarotta fraudolenta: Gip non archivia. La Procura della Repubblica di Genova aveva chiesto l’archiviazione, il Giudice per le indagini preliminari invece ha deciso altrimenti: sulla bancarotta del padre di Matteo Renzi, Tiziano, ci sarà un supplemento di indagine. Per il Gip Roberta Bossi restano degli interrogativi sulla Chil Post accogliendo le richieste di uno dei creditori: la cassa dell’azienda di famiglia potrebbe essere stata svuotata prima di essere stata dichiarata in fallimento. Sono state quindi disposte due udienze. Giuseppe Filetto di Repubblica informa sui prossimi passi.
In una delle udienze il giudice intende ascoltare Tiziano Renzi, poi Mariano Massone (genovese di 44 anni) e Antonello Gabelli (alessandrino di 53 anni). Secondo la Procura dei Genova questi due sarebbero i veri autori della distrazione dei capitali, tanto da averne chiesto il rinvio il processo. Per il gip, però, le responsabilità non sarebbero chiare. Tant’è che vuole chiedere un supplemento di indagini, una consulenza da affidare ad un commercialista, a un fiscalista sappia leggere meglio di un magistrato dentro i registri contabili, i bilanci della società esercente attività di marketing e distribuzione di prodotti pubblicitari (tra cui alcuni giornali). (Giuseppe Filetto, La Repubblica).
Tiziano Renzi resta indagato per bancarotta fraudolenta: l’ipotesi è quella di avere sottratto un milione e 300mila euro dalla società, per poi farla fallire e cederla appunto a Massone e Gabelli. L’indicazione della bancarotta fraudolenta si riferisce all’ipotesi di reato in cui una società fallisce e non paga i suoi creditori perché la parte sana, che può dare reddito ed essere quindi solvibile, viene ceduta a terzi.
“L’atto di cessione di azienda tra marito e moglie mostra come la società acquirente in realtà si faccia carico di una parte dei debiti accumulati dal venditore”, spiegava Marco Imarisio sul Corriere della Sera. Nel caso in questione la parte sana della Chil Post sarebbe stata ceduta alla Eventi 6 srl (l’evoluzione attuale di Chil Promozioni). Il resto, la “bad company” fallisce insieme ai suoi debiti a quel punto inesigibili.