ROMA – Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti del governo gialloverde, torna a parlare delle concessioni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] L’intero sistema è da rivedere, dice il ministro, dicendosi pronto a convocare tutti i concessionari da settembre. Toninelli ha anche sottolineato l’accelerazione del monitoraggio delle opere e si dice pronto a sanzionare i concessionari che avviano cause strumentali.
Parlando all’audizione delle camere riunite sul crollo del ponte Morandi a Genova, Toninelli ha dichiarato: “Questo governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l’interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari.
Il ministro dei trasporti a partire da settembre convocherà tutti i concessionari delle infrastrutture: “Chiedendo un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a realizzare un programma di riammodernamento delle infrastrutture destinando. Ad esso dovranno essere corrisposte risorse adeguate agli utili che esse ricavano dalla gestione”.
Toninelli ha poi parlato delle cause strumentali delle concessionarie, sottolineando che c’è un fortissimo contenzioso con lo Stato, e ipotizza l’utilizzo di sanzioni: “Fortissimo è il contenzioso tra lo Stato e le società concessionarie e purtroppo si rileva anche un ricorrente utilizzo strumentale alla giustizia da parte delle società concessionarie”.
Sono infatti 400 i ricorsi pendenti tra Stato e società concessionarie, spiega il ministro indicando la necessità di “ristabilire un rapporto fisiologico tra concedente e concessionario anche attraverso l’adozione di misure punitive nei confronti delle società nel caso di ricorsi manifestamente strumentali”.
E ha aggiunto: “Il livello di conflittualità è alimentato dalle società concessionarie attraverso il sistematico ricorso in sede giudiziaria. Attualmente sono pendenti oltre 400 controversie che vertono su tutti gli ambiti operativi regolati dai testi di convenzione. Nel solo 2017 sono stati notificati al Ministero 125 nuovi atti giudiziari relativi a contenziosi instaurati ad istanza di terzi e di società concessionarie, per i quali sono stati redatti i relativi rapporti informativi utili alla difesa del Ministero. Una delle conseguenze principali di questo ricorso strumentale alla giustizia è l’indebita proroga dei termini concessori in assenza di accordo sui contenuti dei nuovi Piani Economico Finanziari delle Concessionarie”.
In merito all’eventuale “adozione di misure punitive nei confronti delle società nel caso di ricorsi manifestamente strumentali”, il ministro ha puntualizzato che: “in questa logica risulta altrettanto fondamentale prevedere che eventuali sanzioni e penali a carico delle società non siano ambiguamente traslate sull’utenza”.
Il ministro ha poi sottolineato che non vanno più inseguite le emergenze, ma bisogna programmare interventi e un vero piano per il Paese: “Bisogna smettere di inseguire le emergenze e bisogna ricominciare a programmare gli interventi per evitare che eventi di questo genere vengano a determinarsi. Il crollo di Genova non è dovuto a una tragica casualità, ma conferma drammaticamente quello che questo Governo e questo Ministero hanno sostenuto fin dal loro insediamento. La prima vera grande opera di cui ha bisogno questo Paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria”.
Parlando del crollo di Genova, Toninelli ha sottolineato: “Questo è il momento della solidarietà e della coesione, nel quale tutti abbiamo il dovere di stringerci intorno a Genova con un unico obiettivo: restituirle il più presto possibile la quotidianità perduta, fare chiarezza sulle cause del crollo del ponte Morandi e individuare le responsabilità di questa tragedia, dando piena fiducia e sostegno al complesso lavoro della Magistratura”.
E sui pedaggi ha detto: “Il capitale investito dalla maggior parte delle concessionarie era già stato ampiamente ammortizzato e remunerato, tra la metà e la fine degli anni ’90. Pertanto, le tariffe avrebbero quantomeno potuto essere drasticamente ridotte. Degli extraprofitti hanno beneficiato totalmente le società concessionarie, a discapito dei cittadini che hanno visto e vedono di volta in volta aumentare il costo dei pedaggi”.
E annuncia di aver accelerato il procedimento di monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione di strade, autostrade, dighe: “Tutti gli enti ed i soggetti gestori dovranno a tal fine segnalare entro il primo settembre le azioni necessarie a rimuovere condizioni di rischio riscontrate sulle infrastrutture di propria competenza, indicando le priorità ed una prima stima dei costi, corredando le segnalazioni con adeguate attestazioni tecniche, come perizie e verbali di sopralluogo. Dobbiamo sapere da qui a poco quali sono e se ci sono altre infrastrutture che necessitano di interventi straordinari e, laddove c’è bisogno, questi interventi dovranno essere fatti e non soltanto annunciati”.
Per le convenzioni, Toninelli sostiene che la responsabilità è della politica: “Tutte le Convenzioni Uniche sottoscritte nel periodo 2007-2008 sono state approvate per legge sotto i Governi di centrosinistra e centrodestra di quegli anni. Questa procedura ha di fatto escluso la valutazione da parte degli Uffici amministrativi preposti all’epoca ovvero Anas, Mit e Mef. Quindi sullo stato attuale delle Convenzioni, essendo state escluse le Amministrazioni, la responsabilità è unicamente politica”.
E definisce malato il sistema di riduzione degli investimenti autostradali: “Sul fronte degli investimenti autostradali i dati a disposizione evidenziano, nel corso degli anni, una progressiva riduzione di spesa, la quale è passata da un importo medio di 2 miliardi degli anni 2000 a 950 milioni del 2017”.
E ha aggiunto: “La spesa progressiva per investimenti nel periodo regolatorio 2008 – 2017 ammonta a 16.483,31 milioni di euro, e risulta inferiore rispetto alle previsioni riportate dai Piani Finanziari nel medesimo periodo di riferimento, pari a 25.409,06 milioni euro, corrispondente ad una percentuale di attuazione del 64,87%. Questo dimostra – ha sottolineato il ministro – ancora una volta l’esigenza di intervenire su un sistema malato, che non ha giustificazioni né corrispondenze negli altri Paesi europei”.