La regione Toscana batte il governo: la legislazione che garantisce assistenza sociale e medica agli immigrati clandestini e uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani, contro cui l’Esecutivo Berlusconi aveva fatto ricorso, è lecita. Lo ha deciso la Corte Costituzionale che ha rigettato il ricorso del governo dichiarandolo inammissibile e non fondato.
La legge toscana sull’immigrazione, voluta dall’allora governatore Claudio Martini, in realtà era stata criticata da molti. Sia a destra che a sinistra. Il punto più “scabroso” era stato quello che garantisce assistenza medica e talvolta sociale anche agli immigrati senza permesso di soggiorno. “Cureremo e soccorreremo tutti gli stranieri – spiegano dalla Regione – anche se privi del permesso di soggiorno”. Per gli irregolari sono previsti anche, in caso di estrema gravità e di emergenza, l’accesso a dormitori e mense in via temporanea: “Non garantiamo diritti aggiuntivi, ma quelli previsti, e troppo spesso disattesi, dalle Convenzioni e dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione”.
Ora la Consulta ha decretato che questa legge non costituisce un abuso di potere da parte della regione nei confronti dello Stato e quindi rimane in vigore. Il Pdl toscano minaccia ora una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta e la Lega si oppone addirittura alla sentenza della Consulta: “Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa”.