Toto-sottosegretari, oltre 40 nomi da spartire: Kyenge, Mauro, Gozi…

Matteo Renzi
Matteo Renzi

ROMA – Si avvicina a soluzione lo spinoso rebus delle nomine per viceministri e sottosegretari del governo Renzi I. Anche se la rosa dei 42-44 nomi definitivi potrebbe slittare a giovedì mattina. I fedelissimi del premier Luca Lotti e Lorenzo Guerini, seduti al tavolo delle compensazioni cercano di fare i conti con le diverse anime della maggioranza, così come con le rivendicazioni regionali emerse in queste ore.

Dino Martirano sul Corriere della Sera elenca tutti i nomi in ballo:

Cécile Kyenge, sarebbe stata raggiunta in extremis da un’offerta per un posto di vice, probabilmente con le stesse deleghe affidatele da Letta. Contattato anche il cattolico del Pd Luigi Bobba per Sanità o Affari sociali.

La delega ai Servizi Segreti resterebbe in mano a Marco Minniti, che da decenni si occupa di sicurezza e intelligence. Agli Affari Europei se la giocano l’ex ministroEnzo Moavero Milanesi, il prodiano Sandro Gozi, e l’ex titolare della Difesa Mario Mauro (popolari), già vicepresidente del Parlamento europeo. Quest’ultimo in lizza anche per la poltrona della Coesione Territoriale, insieme con i renziani Angelo Rughetti (ex direttore dell’Anci) ed Emanuele Fiano. Agli Interni, dovrebbero essere confermati Manzione e Bubbico.

E ancora, riporta Martirano:

Ai rapporti con il Parlamento-Riforme servono tre sottosegretari esperti per la ministra Maria Elena Boschi: un deputato (Gianclaudio Bressa o Sesa Amici del Pd), un senatore (Federica Chiavaroli del Ncd), un esterno (Giampaolo D’Andrea che viene addirittura conteso dal ministro Franceschini per un posto di capo di gabinetto). Alla Giustizia andrà come vice Enrico Costa (che lascia il posto di capogruppo Ncd a Nunzia De Girolamo), con la seconda casella occupata da Roberto Rao (Udc) o da Tito Di Maggio(Popolari). All’Agricoltura c’è come vice Giuseppe Castiglione (Ncd), allo Sport Renzi premia Eugenio Giani (in arrivo da Firenze) mentre Ernesto Carbone, che ha accumulato esperienza all’Agricoltura, va al partito con Guerini. Giovanni Legnini (editoria) manterrebbe il posto anche se sarebbe adatto per l’Economia, dove sono in corsa anche Della Vedova (Sc), l’uscente Cesaro (Ncd) e Morando (Pd). Resta un mistero la delega alle Telecomunicazioni: con il ministro imprenditore Federica Guidi, quel posto spetta al Pd. Ma Paolo Gentiloni, il candidato ideale, per competenza e vicinanza al premier, commenta: “Io sono fuori….”.

Sul quotidiano la Repubblica, invece, Francesco Bei riporta gli sforzi di ricucitura delle ferita interna al Pd, con la nomina di qualche parlamentare vicino all’ex premier.

Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Paola De Micheli, di Francesco Russo e del lucano Vito De Filippo.

Tentativo che si estende anche ai bersaniani:

Per questo verrà quasi sicuramente riconfermata Cecilia Guerra come viceministro al Welfare, mentre circolano anche i nomi di Roberta Agostini e Nico Stumpo.

C’è poi, aggiunge Bei, il bilancino delle rivendicazioni territoriali da tarare:

Ci sono i piemontesi del Pd inferociti perché nessun ministro della loro regione è stato nominato. Così in rappresentanza dei sabaudi dovrebbe arrivare il renziano Enrico Morando allo Sviluppo. Sul piede di guerra anche quelli del Triveneto e del Meridione, rappresentato nella squadra dei ministri solo dall’outsider calabrese Maria Carmela Lanzetta. Per rimediare Renzi vorrebbe chiamare al governo il sindaco di Bari Michele Emiliano, renziano della prima ora. Ma per lui si parla di una candidatura il prossimo anno alla Regione Puglia. Altri renziani in procinto di passare nell’esecutivo sono Matteo Richetti, Angelo Rughetti e Simona Bonafè. Sicura la nomina di Luca Lotti a sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie