Chiusi in un cassetto i risultati elettorali Giorgia Meloni si è buttata a capofitto nella costruzione della squadra di governo.
La squadra
Una delle ipotesi è quella di affidare le vice presidenze a Tajani e Matteo Salvini.
La presidente di Fdi ne avrebbe parlato con Tajani e nei prossimi giorni lo farà anche con Matteo Salvini (oggi impegnato nel consiglio federale della Lega). Prima dei nomi però – è il leit motiv che si rincorre nel centrodestra – bisogna stabilire un metodo con cui procedere:
“La cosa che si aspetta il Paese è che siano scelte le persone migliori. Non dico le persone migliori in assoluto, ma persone che intanto vadano al ministero lunedì mattina alle 8 e ci stiano almeno fino al venerdì alle 19, che si studino i dossier”, mette in chiaro Guido Crosetto, che in molti danno tra i futuri ministri del governo così come Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fdi e fedelissimo della Meloni.
Il totoministri
Sotto la lente di osservazione restano i ministeri chiave: la Farnesina, il Viminale e il Tesoro. Per via XX settembre resta in pole il nome di Fabio Panetta, attualmente nel board della Bce.
Un personaggio di area, ma non strettamente legato ad un partito potrebbe andare al dicastero degli Esteri.
Casella però a cui guarda con interesse Fi per Antonio Tajani, da anni ufficiale di collegamento tra l’Italia e l’Europa. Il coordinatore azzurro, che ha avuto in giornata un colloquio con Ursula von der Leyen, non si sbilancia: “Sono al servizio del Paese”, continua a ripetere da giorni avanzando però l’idea di una delegazione di almeno quattro ministri per Fi.
Per la Farnesina però continua ad avere quotazioni alte anche l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata, eletto nelle file di Fdi. Dall’Europa potrebbe traslocare Raffaele Fitto. Per lui, in quota Fdi, ci sarebbe il dicastero degli Affari Europei, ritorno però non scontato visto che l’attuale presidente del gruppo Ecdr è tra i più stimati nell’Europarlamento.
La casella della Difesa invece potrebbe andare al numero due azzurro nel caso Tajani non andasse in porto l’operazione ministero degli Esteri. Uno schema che cambierebbe totalmente nel caso il coordinatore azzurro venisse indicato come presidente della Camera.
In quota Fi ci sarebbero sempre Anna Maria Bernini, l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati e Licia Ronzulli: quest’ultima potrebbe andare al ministero dell’Istruzione. Mentre l’ex Fi Lucio Malan ora nelle file di Fdi sarebbe in pole per i Rapporti con il Parlamento. Non meno complicato è il sudoku per la scelta dei ministeri leghisti. La pattuglia potrebbe essere più light se Giancarlo Giorgetti fosse scelto per lo scranno più alto di Montecitorio. A quel punto ci potrebbe essere disco verde per Ignazio La Russa alla guida di Palazzo Madama .
Resta sempre in caduta libera l’idea che Salvini possa andare al Viminale, casella che potrebbe andare comunque ad un uomo vicino al segretario leghista. I nomi che circolano sono quelli dell’ex prefetto Matteo Piantedosi, capo di gabinetto quando Salvini era al ministero dell’Interno. In alternativa potrebbe esserci un altro prefetto, Giuseppe Pecoraro. Alla Lega andrebbe la casella di viceministro all’Istruzione con Mario Valditara mentre Giulia Bongiorno dovrebbe andare alle Pari Opportunità, al dicastero della Giustizia circolano diversi nomi in ambienti parlamentari della maggioranza ,tra cui quelli Carlo Nordio, in quota Fdi, e quello l’ex procuratore nazionale antimafia Nicola Gratteri. In quota Fdi ci sarebbe anche Giuseppe Valditara per il ministero della Ricerca. A Roma potrebbe arrivare anche Letizia Moratti, chimandosi fuori dalla corsa per la Regione Lombardia per andare al ministero della Cultura o della Sanità.