Inchiesta trans, domiciliari per il carabiniere Simeone

Pubblicato il 22 Maggio 2010 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

Il Gip del tribunale di Roma, Renato Laviola, ha disposto gli arresti domiciliari per Luciano Simeone, uno dei Carabinieri coinvolti nel tentativo di ricatto ai danni dell’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Simeone lascerà in giornata il carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove si trova detenuto dal 22 ottobre scorso.

Proprio ieri, 21 maggio, presso il tribunale di Roma, si è concluso l’incidente probatorio sulla vicenda che vede coinvolto l’ex governatore Marrazzo. Simeone è anche indagato, con l’accusa di omicidio volontario in concorso, per la morte del pusher Gianguarino Cafasso.

“Non c’é stato nessun ricatto a Marrazzo, niente proprio, basta”, è stato il commento di Simeone. “E’ finito un incubo – ha aggiunto – finalmente sta venendo fuori quello che è successo veramente, basta”.

Soddisfazione per la decisione del Gip è stata espressa anche dal legale di Simeone, l’avvocato Manlio Pennino. “Finalmente il mio assistito lascia il carcere – ha detto – dove è finito sulla base di accuse calunniose. E’ vergognoso che abbia passato tutti questi mesi dietro le sbarre. Non è vero che la droga nel monolocale in via Gradoli sia stata portata dai Carabinieri, come del resto emerso nel corso dell’incidente probatorio.

Assurda anche l’accusa di aver concorso alla morte del pusher Gianguarino Cafasso. La stessa Jennifer (trans legata sentimentalmente a Cafasso, Ndr) ha escluso il movente: non vi erano assolutamente motivi di contrasto tra il pusher e i Carabinieri”.