Transizione ecologica: il ministero con cui Draghi accontenta M5s. Il modello Francia, Spagna…

Ministero della transizione ecologica. Sarà questa la chiave con cui Draghi accontenta M5s? Non si tratta di una invenzione da zero del prossimo governo. E’ un tipo di ministero che esiste già in Europa. C’è il modello Francia, c’è il modello Francia, c’è il modello Svizzera.

La transizione ecologica è già diventata un caso nel Movimento 5 Stelle. Il quesito su Rousseau si è trasformato in una barzelletta. Perché viene considerato un trabocchetto. Alcuni esponenti grillini accusano i vertici di voler “adescare” gli iscritti con un quesito che mette al centro l’ambiente. Tradizionale cavallo di battaglia del Movimento, fin dalle origini. E di invogliare così a votare sì (al governo Draghi).

Ministero della transizione ecologica: cosa è e di cosa si dovrebbe occupare

Con il sì di Mario Draghi a un ministero per la Transizione ecologica, l’ambiente, tradizionale Cenerentola nella spartizione del potere e delle risorse, diventa più centrale. L’ipotesi di un accorpamento del relativo ministero con lo Sviluppo economico è l’ipotesi che sembra delinearsi. Comporterebbe una ridefinizione di poltrone, competenze e priorità, spostamento di dirigenti, riassegnazione di fondi.

Per l’Italia, la svolta nella trattativa fra il premier e le rivendicazioni dei 5 Stelle colmerebbe il gap sulle politiche ambientali che la separa dai Paesi europei più avanzati. Se una delle ipotesi era un semplice potenziamento del ministero dell’Ambiente, mettendolo in primo piano nella gestione dei fondi del recovery fund con nuove competenze ad esempio nell’energia a una maggiore assegnazione di fondi, le parole di Luigi Di Maio sembrano aprire ad uno scenario più ambizioso.

“Il progetto punta infatti a sostenere l’ambiente, come il M5S ha sempre fatto, e ad integrare la difesa della nostra terra con le opportunità di sviluppo e di crescita economica”.

Ministero della Transizione ecologica: il modello Francia, Spagna…

Una soluzione che avvicinerebbe l’Italia al modello europeo. In Francia il ministero delle Transizione ecologia accorpa Trasporti e Infrastrutture e la casella chiave dell’energia, ed è nella cabina di regia che gestisce e decide sul recovery assieme al presidente Macron e al ministro dell’Economia Bruno Le Maire.

Mentre in Spagna lo stesso ministero fa le politiche energetiche. In Svizzera, esiste un unico ‘Dipartimento federale federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni’ che accorpa, appunto, ambiente, Sviluppo economico, trasporti.

Ministero della Transizione ecologica: il quesito su Rousseau

Questo il quesito su Rousseau: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”.

Il quesito su cui votare sulla piattaforma Rousseau “è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza”. Così 13 parlamentati del Movimento sottoscrivono una nota in cui definiscono la votazione “tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi”.

I 13 sono Mattia Crucioli, Pino Cabras, Bianca Laura Granato, Andrea Colletti, Elio Lannutti, Luisa Angrisani, Rosa Silvana Abate, Alvise Maniero, Leda Volpi, Paolo Giuliodori, Jessica Costanzo, Margherita Corrado e Andrea Vallascas. E Casaleggio ha scaricato la colpa del quesito su Vito Crimi. Tanto per dare l’idea di quale sia la situazione all’interno del movimento.

Ministero della Transizione ecologica: le conseguenze nella politica italiana

Soluzioni che avrebbero ripercussioni politiche in Italia, dove spostare competenze e poteri al Mit, o al Mise. Naturalmente, anche le nomine giocheranno un ruolo chiave, con la casella del nuovo ministero che, se data a al ministro dello Sviluppo economico uscente, Stefano Patuanelli, o a quello degli Esteri Luigi Di Maio, offrirebbe al Movimento 5 Stelle un incentivo in più.

Proprio sugli stanziamenti per la conversione green, sull’utilizzo dei 209 miliardi che l’Europa vuole siano utilizzato per una vera e propria svolta, si profila già il braccio di ferro che caratterizzerà la ‘messa a terra’ del recovery italiano.

Gestione cookie