Un quarto dell’Ucraina, quanti di quelli che dicono di dare a Putin un po’ di Ucraina e farla così finita sanno che quel “po’ di Ucraina equivale a un quarto del paese? E quanti fanno lo sforzo, non eccessivo in verità, di immaginare cosa voglia dire il diventare Russia (anzi Nuova Russia secondo nome di battesimo già coniato da Putin) delle terre che vanno da Ovest a Est dalla Transnistria ad Odessa a Mariupol e risalgono a Nord fino e comprendendo tutto il Donbass?
Annessione e non cessione
Visto da Mosca potrebbe perfino essere un “accontentarsi”. Putin aveva mandato la sua Armata a prendersi tutta l’Ucraina. Pezzi di territorio dovevano diventare russi di diritto, altri di fatto e comunque l’Ucraina che restava doveva cambiare governo, anzi regime. E diventare una replica della Bielorussia, stato vassallo di Mosca. Questo era il piano A. L’Armata di Putin si è mostrata al piano A inadeguata. Ora il piano B: prendersi tutto il Donbass (non solo la parte filorussa di fatto già sottratta all’Ucraina dal 2014/2015), prendere tutta la costa sud facendo del mare d’Azov un mare russo, prendere Mariupol e la costa ad est e ovest di Mariupol, fino ad arrivare ad Odessa e da lì via terra alla Transnistria (un pezzo di Moldavia di fatto secessionista e pro Russia).Il piano B di Mosca è un’annessione in quantità e in qualità di territori di un altro Stato. Nulla a che vedere con cessioni territoriali funzionali ad un trattato di pace. Se funziona il piano B, se la Russia si annette un quarto dell’Ucraina la guerra in qualche modo continuerà, altro che pace.
Quelli del diamo a Putin…
Sono tanti, di certo troppi e di certo non desistono quelli del diamo a Putin un po’ di quel che vuole e…Non è un po’ quel che Putin vuole. Tanto per dare corpo all’immaginazione, una linea russa che va dalla Transnistria al Donbass è come se l’Austria e la Svizzera e giù passando e annettendo Lombardia e Piemonte e Liguria diventassero Germania. O come se la Francia si allargasse ad Olanda, Belgio, un corridoio di Germania e su fino alla Danimarca…
Il parlamentare della Z
Ha voluto dare un segno di solidarietà alle truppe, ha voluto sparare anche lui un colpo. E’ un parlamentare italiano, di lui non diremo il nome, non merita. E’ venuto da M5S e M5S rappresentava. Dice che ora non più, che è stato cacciato da M5S dopo che con volontario ed evidente sfregio ha ornato la parola Liberazione (25 aprile) con la Z maiuscola dei carri e blindati russi. Altri parlamentari, sempre M5S, hanno meditato una mozione perché l’Italia non invii più armi all’Ucraina e si adoperi per una mediazione che dia a Putin il Donbass e Mariupol (mozione che praticava all’Ucraina lo sconto di Odessa nel conto da pagare). Punte estreme quanto goffe di un sentire minoritario? Estreme e goffe di sicuro e anche grottesche.
Ma quanto minoritario è il sentire di fatto pro Putin? In numeri è difficile dire, non si sbaglia però se si ipotizza che gran parte degli “anti”, degli anti sistema a qualsia titolo trovino coerenza con se stessi nel comprendere, molto comprendere, comprendere al massimo le “ragioni” di Putin. A questo segmento, anzi a questi segmenti di pubblica opinione vanno sommati i rumorosi orfani dell’Urss. E i più numerosi in Italia anti americani per principio, anzi per fede. E infine, a far da acqua dentro la quale nuotano quelli che Putin va capito, quelli che è colpa della Nato, quelli che gli Usa vogliono la guerra, quelli che una dittatura in fondo, rispetto alle democrazie corrotte…A far da mare in cui di questi pesci nuotano è il pacifismo. Quello per cui a sparare sono in due, senza differenze quindi “Fermatevi!”. Il pacifismo dentro il quale l’aggredita è la pace (non l’Ucraina) e quindi…Ce n’è anche di peggio di pacifismo, quello praticamente confesso del: purché ci sia la pace a casa mia, l’unica pace che conta davvero.
Contro le sanzione per fare l’unica cosa che c’è: la guerra
Il governo italiano e tutto l’Occidente applicano sanzioni economiche e finanziarie alla Russia. E inviano, soprattutto Usa e Gb, armi all’Ucraina perché resista. Un’opinione drastica nella sua linearità è quella di Giulio Sapelli, o almeno quella che solo lui parlando a Radio 24 ha saputo e voluto verbalizzare. Eccola: le sanzioni non servono a nulla, non hanno mai funzionato nella storia e non funzioneranno anche stavolta. Quindi l’unica da fare è la guerra. La guerra inviando armi e sostenendo l’Ucraina. La guerra che Putin ha voluto e scatenato e che l’Occidente non può e non deve far vincere a Putin. Quel che cercano di fare i governi di Washington, Londra, Parigi, Madrid, Berlino, Roma, Varsavia, Oslo, Praga, l’Aja…Ma senza dirlo troppo e troppo chiaro alle loro pubbliche opinioni temendo, in caso contrario, di ingrossare quelli che diamo a Putin e facciamo una pace comunque, anche uno schifo di pace finta.