Tremonti e Brunetta fanno pace con un abbraccio

Pubblicato il 26 Novembre 2009 - 18:50 OLTRE 6 MESI FA

tremonti_brunettaGiulio Tremonti e Renato Brunetta hanno fatto pace con un abbraccio: secondo quanto ha riferito l’Ansa, i due ministri si sarebbero abbracciati durante una riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl. Il ministro dell’Economia e quello della Pubblica Amministrazione nelle ultime settimane si erano scambiati battute al veleno.

Brunetta ha più volte accusato l’austerità di Tremonti in materia finanziaria: il 13 novembre, dopo l’ennesimo tentativo di riconciliazione tra i due in Consiglio dei Ministri, il ministro dell’economia perse le staffe e minacciò di prendere il collega «a calci in culo».

Il 22 novembre Brunetta disse esplicitamente che Tremonti esercitava un «potere di veto» sulle iniziative dei ministri: il ministro della Pubblica Amministrazione spiegò che «tutti soffrono» per questo, aggiungendo che finché c’era la crisi il rigore «ha funzionato» ma che era giunta l’ora di «cambiare passo».

Brunetta sottolineò che il blocco di Tremonti è «cieco, cupo, conservatore, indistinto».  Secondo Brunetta, il titolare dell’Economia «non può sostituirsi al Consiglio e al premier Berlusconi».

Poi Brunetta accennò ai suoi rapporti personali con Tremonti, e ricordò di conoscerlo «da quasi 30 anni» e ammise che «è sempre stato così, con i suoi umori altalenanti. È un geniaccio molto bravo e serio. Ma non è facile lavoraci assieme».

Il 25 novembre Brunetta tornò all’attacco, e questa volta alzò ancora di più il tiro: «Tremonti non è un economista». Poi spiegò il significato delle proprie parole: «Tremonti ha perfettamente ragione, io sono più rigorista di lui, ma anche nel rigore si può fare sviluppo. Io queste cose le conosco».

Il giorno successivo arriva la replica del ministro dell’Economia, che conferma di non essere un economista: «Sono un leguleio», afferma facendo riferimento alla propria laurea in giurisprudenza.

Adesso la questione sembrerebbe chiusa anche se, conoscendo il temperamento dei due protagonisti della vicenda, sarebbe azzardato pensare ad una fine definitiva.