Il Giornale: “Fu Tremonti a far cadere Berlusconi, ecco la prova”

L'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (Foto LaPresse)

ROMA – Secondo ‘Il Giornale’ ora si ha la prova che fu Giulio Tremonti a “tramare” contro Silvio Berlusconi e a favorire, di fatto, la sua caduta lo scorso 12 novembre 2011. La “prova”, secondo il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, è una lettera inviata al quotidiano da Pasquale Ca­scella, consigliere per la comuni­cazione del presidente della Re­pubblica. Lettera in cui si racconta che fu proprio Tremonti a costringere Berlusconi, il 3 novembre, a presentarsi al G20 di Cannes senza un decreto per la crescita, con solo un foglietto con delle vaghe promesse, preludio della sua repentina e successiva caduta.

Cascella, nella lettera pubblicata interamente dal ‘Giornale’, racconta che poche ora prima del Consiglio dei mi­nistri che il 2 novembre avrebbe dovuto approvare il decreto da presentare a Cannes, fu pro­p­rio Tremonti a mettersi di traver­so, opponendosi all’approvazione del decreto. Si presentò al Quirinale e a Gior­gio Napolitano ­disse di essere asso­lutamente contrario al decreto. “Il ministro – racconta Cascella – si era ‘detto convinto’ si dovessero ‘definire solo le misure più urgen­ti tra quelle indicate’ e lo si doves­se fare ‘nella forma della presenta­zione di emendamenti alla legge di Stabilità’ in quel momento al­l’esame del Senato”.

E così, invece di presentarsi al G20 di Cannes con in mano un de­creto legge che sareb­be entrato su­bito in vigore e avrebbe rappresen­tato un segnale forte per l’Ue e i mercati, Berlusconi arrivò al sum­mit con un semplice maxi-emen­damento alla legge di Stabilità, cioè nulla di preciso. Dieci giorni dopo e con lo spread alle stelle, il 12 novembre, Berlusconi sarebbe salito al Colle per dimettersi.

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