Tremonti: tregua e stop ad ogni ipotesi alternativa all’attuale maggioranza

Il ministro dell’Economia Tremonti ricorre al mito della caverna di Platone per dare un senso alle attuali fibrillazioni all’interno della maggioranza.

«C’è una drammatica asimmetria tra la real­tà del Paese e del governo e la rappre­sentazione che se ne fa». Nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, Tremonti critica l’eccesso di violenza esercitata dalla stampa e da quelle che chiama le elites culturali contro il presidente del Consiglio. Cita ancora Hegel, Barthes per ricordare che «i fatti sono testardi» e che il governo non ricama il merletto della cultura ma lavora, in completa sintonia con il paese, che anche nel momento della crisi non fa mancare il suo consenso.

Venendo più in concreto alle questioni spinose Tremonti affronta il caso Fini dichiarandosi d’accordo, in linea di principio, alla discussione interna:« su immigrazione, interesse nazionale, tipo di patria, glo­balizzazione, catalogo dei valori e dei principi» vince chi convince.

Sulla crisi il ministro dell’Economia ha un’idea chiara: il trasferimento dell’esposizione debitoria dei privati sul debito pubblico ha restituito fiducia fondamentale per far ripartire l’economia. D’altra parte la conseguente crescita del già enorme debito pubblico italiano non lo spaventa: «per la prima volta negli ultimi decenni è infe­riore alla velocità di crescita degli altri debiti pubblici».

Tornando alla politica italiana: no secco ad elezioni anticipate perché «la fedeltà al programma di governo non è un optional», una nuova maggioranza non esiste e se esistesse durerebbe gli stessi 10 minuti che Casini immagina per costituirla. Giudica il prossimo congresso Pd decisivo per il paese, perché serve «un’ interlocutore responsabile con cui parlare su ciascun tema», vincesse Bersani o Franceschini.

Occorre in sintesi un “time out”, una tregua nell’interesse del Paese e anche i democratici se ne stanno rendendo conto.

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