Trieste vira a sinistra, Cosolini sindaco

(TRIESTE- Trieste volta pagina. E si affida
a Roberto Cosolini, candidato del Centrosinistra, dopo dieci
anni di ‘assoluto’ dominio del Centrodestra e del suo interprete
piu’ autentico ed efficace, Roberto Dipiazza, per tanti anni
anche il sindaco piu’ amato dai triestini.
L’ex assessore della giunta regionale di Riccardo Illy ha
sicuramente vinto per il suo programma e perche’ e’ riuscito a
convincere i triestini con una campagna elettorale ‘rione per
rione’, ma non c’e’ dubbio che ha potuto contare anche sulle
divisioni, prima, e sullo sfarinamento, poi, del fronte opposto.
Qui piu’ che altrove, infatti, il Centrodestra si e’ presentato
diviso e lacerato da beghe infinite alle elezioni.
Che cosa non ha funzionato nel Centrodestra cittadino? Che
cosa non ha girato nell’entourage dello sfidante Roberto
Antonione, gia’ presidente della regione Friuli Venezia Giulia
ed ex sottosegretario di stato agli Affari esteri? Tante cose.
Innanzitutto la candidatura, che e’ giunta proprio all’ultimo
istante utile, con un Centrodestra dilaniato dalle ‘faide’ tra
l’uscente Dipiazza e il leader storico del Pdl di Trieste, il
senatore Giulio Camber, che aveva proposto un altro candidato
poi ritiratosi. Poi, forse, sono venuti meno alcuni appoggi
interni al partito che non hanno certo favorito Antonione in
campagna elettorale. Infine non e’ stato possibile in una
settimana ‘ricucire’ quello che era stato rotto e distrutto
negli anni e nei mesi precedenti. Alla fine solo la Lega Nord si
e’ apparentata con il Pdl, ma per Antonione non e’ stato
sufficiente.
Dipiazza lo aveva detto e ripetuto in campagna elettorale:
”con me e Antonione contro Camber, dobbiamo ‘liberare’ la
citta”’. Ma l’appello non e’ stato accolto dall’elettorato di
Centrodestra che ha anche disertato le urne (95.363 elettori al
ballottaggio contro i 104.830 del primo turno) e per Antonione
non c’e’ stata partita.
Cosolini, insomma, non ha dovuto fare granche’ nel senso che
il terreno gli e’ stato dissodato dagli stessi avversari. Ora
avra’ cinque anni di tempo per realizzare il programma che lo ha
portato alla vittoria e che punta sulla valorizzazione del
porto, sullo sviluppo del turismo e del settore secondario. Per
contro il centrodestra dovra’ riflettere sulle proprie
divisioni. Se proseguira’ cosi’ – con tre capoluoghi su quattro
e due province su quattro al Centrosinistra – sara’ a rischio
anche la Regione per la quale si votera’ nel 2013.

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