Tronca: “Non c’è modello Milano da esportare a Roma”

Tronca: "Non c'è modello Milano da esportare a Roma"
ll commissario di Roma, Francesco Paolo Tronca

ROMA – Il tempo di chiudere i battenti di Expo, riposarsi una giornata e poi via, da Milano a Roma. Il prefetto Francesco Paolo Tronca, nominato nella serata del 30 ottobre commissario di Roma dopo la decadenza di Ignazio Marino, ringrazia Matteo Renzi per la fiducia e proprio all’ex sindaco regala una prima stoccata: “Non so se lo vedrò”. Non uno sfregio, precisa, perché  il commissario ha spiegato di avere già fatto il commissario in altre città e “in nessuna di quelle occasioni – ha detto – ricordo di avere incontrato il sindaco uscente”. Sta di fatto che Tronca, invece, spiega che vedrà certamente, e subito, il prefetto Gabrielli.

Sul fatto di accettare l’incarico il prefetto, catapultato da Expo alla Capitale, spiega: – “Nessun tentennamento, non ho chiesto nessun momento per riflettere. Quando arrivano richieste così importanti un prefetto – e vale per tutti i funzionari pubblici – deve andare avanti e fare il suo dovere”. “E’ questo il senso di responsabilità e dello Stato e lo Stato – ha sottolineato Tronca – ha bisogno di ritrovare senso di responsabilità”. Il prefetto ha ricordato ciò che diceva ai vigili del fuoco quando era Capo dipartimento: “Stringete i denti, sporcatevi le mani, ma fate di tutto per tenere gli occhi puliti. Questa è la sintesi di ciò che è lo Stato”.

In ogni caso, per Tronca, non c’è nessun “modello Milano da esportare”. Una sorta di risposta indiretta a quanto detto alcuni giorni fa da Raffaele Cantone che aveva definito Milano capitale morale del Paese mentre Roma non avrebbe gli anticorpi. Secondo Tronca, invece, bisogna prendere il meglio dell’esperienza di Expo sapendo che contesti diversi richiedono strategie diverse.

Ignazio Marino, nel suo primo giorno da post-sindaco, se ne va invece a spasso per Roma. Incontra gruppi di sostenitori, non parla ai giornalisti e si limita a una incredibile dichiarazione: “Non ho programmi di morte imminente”.

 

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