Sky sul digitale terrestre, Romani critica l’Ue: “Scelta grave e ingiustificata”

Pubblicato il 20 Luglio 2010 - 17:57 OLTRE 6 MESI FA

Paolo Romani

La decisione della Commissione europea di consentire anticipatamente lo sbarco di Sky sul digitale terrestre è ”ingiustificata e grave”: è la presa di posizione del viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani. Tale pronuncia, sottolinea Romani, non tiene in ”benché minima considerazione” gli ”effetti dirompenti sul mercato italiano, anche in termini di pluralismo” della modifica degli impegni imposti a Sky.

”Sono sorpreso – commenta Romani in una nota – della scelta della Commissione Europea di consentire a Sky di partecipare ad una gara non economica, concordata con la stessa Commissione per chiudere una procedura d’infrazione al fine di favorire l’ingresso di nuovi entranti e degli operatori minori già presenti sul mercato, mentre il Governo italiano ha sempre eccepito che, in realtà, Sky rappresenta un gruppo statunitense monopolista del mercato satellitare e, di fatto, del mercato della pay tv”.

”E’ bene tenere presente che per riservare 5 frequenze da destinare al dividendo digitale – spiega il viceministro – il nostro Paese ha, infatti, sottratto risorse frequenziali a ciascuno dei principali operatori nazionali (Rai, Mediaset e Telecom Italia media) e ha rinunciato (nelle aree già digitalizzate) e dovrà rinunciare ad assegnarle (nelle aree ancora da digitalizzare) agli altri operatori e a oltre 500 Tv locali”.

“E’ assurdo che di questo sacrificio imposto all’intero sistema televisivo del nostro Paese a trarne beneficio sia, gratuitamente – la gara è un beauty contest basato su parametri di solidità di impresa, capacità tecnica, programmazione e presenza sul mercato -, non un vero nuovo entrante ma un soggetto già ben radicato nel nostro Paese”.

”Un problema che evidentemente – insiste Romani – la stessa Commissione si è posta nel momento in cui ha ritenuto di non eliminare tout court i vincoli contenuti negli impegni sottoscritti nel 2003 da News Corp, imponendo una serie di condizioni per la partecipazione alla gara e l’utilizzo free on air per cinque anni del mux eventualmente acquisito a seguito della gara stessa. Come ho avuto modo di manifestare apertamente al commissario Almunia, continuo a ritenere questa modifica degli impegni ingiustificata e grave, presa astrattamente, senza tenere nella benché minima considerazione i suoi effetti dirompenti sul mercato italiano, anche in termini di pluralismo, e l’opinione fortemente contraria di tutti gli operatori italiani pubblici e privati, nazionali e locali”.