Twitter “prende a calci” Massimo Calearo, lui: “Basta, mi dimetto”

Massimo Calearo (Foto LaPresse)

ROMA – Twitter si schiera contro Massimo Calearo ma anche contro l’ex segretario del Pd Valter Veltroni che lo candidò come capolista del Pd alla Camera. A suscitare un’ondata di indignazione sono state le dichiarazioni dell’ex presidente Federmeccanica alla “Zanzara” sulla Porsche “nascosta” al fisco con l’immatricolazione in Slovacchia e lo stipendio di parlamentare buono solo “per pagare mutuo, anche se in parlamento non ci si va più”. E non si tratta solo dello sfogo di utenti comuni ma anche di uomini di cultura e politici compresi esponenti del Pd per cui #Calearo è diventato il primo trending topic su Twitter, cioè l’argomento con maggiore popolarità. Lui quindi sbotta: “Basta insulti, mi dimetto”. Proprio quello che gli chiedevano tutti….

Si può dire quindi che si chiude definitivamente la parabola politica, quanto meno sul piano dell’immagine, di Massimo Calearo, già presidente degli industriali di Vicenza e di Federmeccanica, sindacato padronale del settore. Come ricorda Alessandro Trocino, Calearo era entrato in politica suscitando grandi attese. Quando fu eletto “Veltroni parlò di patto tra imprenditoria e poltitica. Ma da allora molto è cambiato”. Le attese sono state tutte infrante su un’intervista alla radio che, ci si può scommettere, segnerà anche la carriera politica dell’imprenditore.

Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, definisce Calearo “opportunista, egoista e senza ideali”. Sempre in area Pd Ivan Scalfarotto scrive: “Schiacciare un bottone in Parlamento è usurante, chissà se lavorasse in fonderia”. Antonio Polito propone una “sanzione disciplinare” nei confronti di Calearo “perché non può finire a tarallucci e vino”.

L’europarlamentare Debora Serracchiani auspica semplicemente “mai più gente così tra i nostri candidati”. Bufera anche su Walter Veltroni: “Chiedi scusa per averlo candidato”, ha cinguetta il giornalista Gennaro Carotenuto, che ha coniato anche l’ashtag #veltroniscusatipercalearo, mentre un altro utente si è chiesto: “Ma Veltroni non doveva andare in Africa?” e ancora ha ringraziato Calearo perché riuscirà “a riportare #Veltroni nella top hashtag. Ma – ha puntualizzato – questo non significa volerlo di nuovo alla guida del Pd”.

Non si è fatta attendere la replica di Veltroni. Sempre attraverso Twitter, anche se ben oltre i 140 caratteri: “Vedo solo ora che mi si chiede di scusarmi per la candidatura di Calearo – scrive – Calearo ha mostrato di essere una persona orrenda. Quando il Pd, all’unanimità, lo candidò sembrava diverso. La politica – aggiunge – fa perdere la testa a molta gente. Come dimostrano molti altri casi anche peggiori delle orrende frasi di Calearo. C’è gente, non scelta da me, che non ha mai messo piede in Parlamento o che ha dato vita a comportamenti sui quali ha indagato la magistratura. In altre legislature e in molti comuni – sono sempre le parole di Veltroni – succedono cose analoghe. Da tutti accetto critiche. Ma non da chi in questi anni ha fatto cadere due volte i governi di centro sinistra con il proprio estremismo. C’è molta gente che dovrebbe scusarsi per gli errori tragici che ha compiuto. Io mi sono dimesso che è molto di più”. E sulla rete c’è chi interviene in difesa dell’ex segretario e contestando l’accostamento con Calearo.

Calearo: assenze dovute alla malattia di mia moglie, ora mi dimetto. Massimo Calearo risponde dopo le polemiche e dice: “Basta insulti, mi dimetto”. In un’intervista al Fatto afferma: “Le mie assenze alla Camera sono cominciate alla vigilia di Natale. In quei giorni mia moglie si è ammalata seriamente. Ho scelto di rimanerle vicino. È morta il 19 marzo scorso. Nel frattempo ho ripreso a lavorare nella mia azienda. Quando sono ritornato in Aula sono stato male, ho provato un grandissimo disagio e ho cominciato a schifare una classe politica che è sempre la stessa”.

Calearo spiega le ragioni della sua assenza dall’Aula di Montecitorio poi sbotta: “Lo sa che le dico? Basta, mi dimetto, così la finiamo con le polemiche. Aspetto solo che quegli sciocchini del Pd la smettano di spararmi addosso, poi scrivo la lettera per Fini. Li avevo avvisati che non ero mai stato di sinistra, sono un moderato, al massimo posso essere un laburista”.

 

Ecco il video dell’intervista:

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