ROMA – Silvio Berlusconi guadagna preferenze dopo la proposta di restituire i soldi dell’Imu, Mario Monti deve cercare consenso in Toscana, Umbria, Marche, Pier Luigi Bersani punta su un voto non personalizzato. Non lo dicono i sondaggi, ormai proibiti a due settimane dal voto, ma twitter.
Il nuovo misuratore del polso degli elettori è la rete. Così twitter, il sito di microblogging da non più di 140 caratteri, è il nuovo palco in cui i politici della campagna elettorale.
Sulla Stampa Gianni Riotta presenta un’analisi condotta da Tycho Big Data per capire come va la politica attraverso i social media.
Proprio su twitter è evidente la “rinascita” di Silvio Berlusconi,
“considerato spacciato un anno fa, scrive Riotta, dopo il ko del governo Monti, si conferma invece noto a tutti gli elettori e, con l’eccezione della Val d’Aosta e della Puglia di Vendola (quando una regione parla poco di un politico il colore resta bianco), è citato ovunque, soprattutto al Nord e nella Lombardia che sarà cruciale per la maggioranza al Senato. Non è che sempre si parli «bene» del capo Pdl, ma la sua vivacità online, mezzo finora estraneo al magnate tv, prova che Berlusconi non ha ancora rivali nel centrodestra. Guardate la visualizzazioni dati con l’impennata dei tweet dopo la sua proposta di restituire i soldi dell’Imu. Criticata da più parti, l’idea occupa di slancio il dibattito politico, assegnando punti alla rimonta del Pdl”.
Dall’account di Mario Monti si nota come la politica del presidente del Consiglio resti al momento legata al Lazio e a Roma. E’ Roma il punto di forza, scrive Riotta. La presenza di Monti scende in Veneto, nel Nord Est, nelle regioni di centro storicamente di centrosinistra, Toscana, Umbria, Marche.
Pier Luigi Bersani ha preferito un profilo basso. Poche comparse in televisione, nel segno di una strategia che non vuole personalizzare il voto. Riotta sottolinea ch Bersani critica e partiti leader e chiede consensi per il partito e i suoi alleati, non per i singoli candidati.
Dal web risulta che le regioni tradizionalmente di centrosinistra sono attive anche sui social media, mentre al sud il partito è molto meno presente.
“Là il Pd scommette sul voto organizzato, sindacato e partito, non sul voto d’opinione e Bersani è meno citato. Bersani è ancora il favorito nei sondaggi, ma dopo le elezioni deve decidere se continuare con il fioretto anche da Palazzo Chigi o attaccare. Per il rush finale la grinta diventa indispensabile: per intenderci serve al Pd una mappa con impennata tweet su una proposta di Bersani”.
Domina incontrastato il web Beppe Grillo, che proprio dalla rete ha lanciato il Movimento 5 Stelle. Molto citato in Emilia Romagna, ma entra nei dibattiti di tutta Italia, comprese Sardegna e Sicilia.
Infine, non è candidato premier ma ha moltissimi “seguaci” su twitter: è Matteo Renzi, sindaco di Firenze e sfidante di Bersani alle primarie del centrosinistra.