L’Udc rilancia il Terzo Polo e guarda a Fini e Rutelli

A Chianciano, un anno dopo, Lorenzo Cesa dal palco della festa Udc lo dice: una fase si è consumata e la prospettiva ora ci da ragione , il terzo polo ”c’è già” e lo compongono tutti gli italiani delusi dalla politica che chiedono il cambiamento.

Dice che il bipolarismo ”malato” si sta sciogliendo ”come neve al sole” e l’Udc che la ”cassandre” davano per spacciata, fuori dai due poli contrapposti assiste oggi al concretizzarsi di uno scenario politico previsto al quale è necessario ”dare una scossa” .

Quindi scongiurato per il momento il rischio del voto anticipato (”che serve a Bossi ma non al paese”) che avrebbe piegato la rotta politica verso l’emergenza elettorale i centristi intanto fissano i paletti per possibili alleanze, senza i quali, Cesa lo sottolinea, andranno nuovamente soli al voto.

”Non siamo interessati a poltrone e ad alleanze con il Pd se prima non risolve il nodo dei suoi rapporti con la sinistra estrema. E non siamo interessati – dice – ad alleanze di centrodestra per entrare in una coalizione dominata dalla Lega”. E i centristi guardano con attenzione al ”lavoro” di Francesco Rutelli e alle ”scelte” diverse di Gianfranco Fini ospiti l’anno scorso proprio sullo stesso palco di oggi e che a dodici mesi di distanza hanno marcato le differenze dalle rispettive coalizioni.

In attesa che il governo presenti il programma sintetizzato nei cinque punti, i cinque centristi, accusati da un quotidiano di essere interessati a passare in quel ”gruppo di responsabilità” che il premier starebbe formando per rendere i ”finiani” ininfluenti, smentiscono con ”sdegno”: ”non siamo trasformisti” dicono, mentre Cesa puntualizza che le voci di campagna acquisti a danno del suo partito ”lo rafforzano” .

Dopo aver ribadito la necessità di una riforma del sistema di voto, il segretario dichiara la disponibilità del suo partito a ragionare sullo scudo giudiziario al premier anche se non rinuncia ad una stoccata contro l’attacco di Berlusconi ai magistrati (”si occupi dei problemi reali del paese e non dica sciocchezze, soprattutto all’estero”). Ma dal Pdl Fabrizio Cicchitto, ospite insieme a Dario Franceschini di una tavola rotonda, non rinuncia al dialogo con i centristi, per una opposizione ”responsabile, diversa da quella della sinistra”, e riafferma l’ineluttabilità del sistema bipolarista (deve passare da ”selvaggio a fisiologico”).

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