ROMA – Una candidatura al Pirellone per allontanare Roberto Maroni dalle mire sulla Lega Nord: è l’idea di Umberto Bossi, che, scrive il Fatto Quotidiano, non ha apprezzato i fischi in piazza Duomo a Milano domenica 22 gennaio a lui rivolti in difesa dell’ex ministro dell’Interno.
Per questo il leader della Lega Nord sarebbe andato a villa Borletti da Silvio Berlusconi, lunedì sera, ad un vertice a cui hanno partecipato anche Roberto Calderoli, Aldo Brancher e Niccolò Ghedini.
Da quel summit, scrive il Fatto, è uscito un piano proposto dai leghisti e appoggiato dall’ex presidente del Consiglio, che prevederebbe l’allontanamento di Maroni in modo soft, così che la Lega riesca a “farlo fuori” senza inimicarsi la base che tanto lo apprezza.
Il piano prevede la candidatura di Maroni a governatore della Lombardia. In questo modo il Pdl lascerebbe il Pirellone alla Lega, ma d’altra parte il Popolo delle Libertà non dispone di un candidato altrettanto forte.
Anche perché Berlusconi sa che difficilmente la giunta Formigoni arriverà alla scadenza naturale del mandato nel 2015. Nello stesso tempo sa che sarebbe estremamente difficile vincere con uomo del Pdl dopo gli scandali in corso.
“Noi, avrebbe incalzato Bossi, secondo il Fatto Quotidiano, non possiamo continuare a sostenere la giunta con tutti gli assessori indagati, e lo sai meglio di me che per Formigoni sono in arrivo nuovi guai, sarà costretto alle dimissioni…”.
La guerra intestina alla Lega si acuisce ogni giorno. Dopo lo scandalo dei fondi in Tanzania, Maroni avrebbe detto ai suoi: “Fino a quando ci saranno Francesco Belsito e Rosi Mauro la battaglia non sarà finita”. Mauro parrebbe aver risposto alla sfida dichiarando, nel corso di una riunione del direttivo nazionale, che “Maroni in Emilia non deve più essere invitato”.
Berlusconi ha chiaro che dev’essere lui a risolvere le tensioni nella Lega, ma lasciarle il Pirellone non sarebbe poco.