Un giorno per ricordare le vittime di mafia. Sì, ma quale? Tre date e troppi partiti

Pubblicato il 19 Marzo 2010 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

Pio La Torre, ucciso dalla mafia nel 1982

I politici italiani sono tutti d’accordo sulla commemorazione delle vittime di mafia, ma su quale giorno del calendario scegliere c’è una lite in corso. Ci sono tre date che si contendono la designazione; la prima è il 21 marzo, che da quindici anni è il giorno deciso dall’associazione di Don Ciotti per celebrare il “giorno della legalità”.

Le altre due sono il 23 maggio, ricorrenza della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, e il 30 aprile, data in cui morì Pio La Torre, il parlamentare comunista ucciso da killer mafiosi dopo le sue battaglie per sottolineare l’esigenza di colpire i patrimoni dei criminali. Se Pdl e Pd non si mettono d’accordo è a causa di “Libera”, l’associazione di Don Ciotti.

Il centrodestra non vuole formalizzare come giorno della memoria la data prescelta dal religioso, anche se Jole Santelli motiva la posizione del suo partito con toni diplomatici: «È normale che non ci sia accordo, parliamo di date a forte valenza simbolica. Quel che è certo, però, – prosegue – è che non si può dare la palma della lotta alla mafia a una sola associazione, per quanto meritevole. È una lotta di tutti». In cambio, molti parlamentari del Pdl propongono o l’anniversario della morte di Falcone o di quella di La Torre.

Il vero problema, però, è che anche a destra non c’è molto accordo. Fabio Granata, deputato siciliano molto amico del presidente della Camera Gianfranco Fini, spinge per istituzionalizzare il 21 marzo di Don Ciotti. In attesa di un compromesso politico, le oltre cinquecento vittime di mafia restano ancora senza una giornata per essere commemorate.