Unipol, Consorte e Sacchetti ricorrono al Tar contro la Consob. Richiesta di archiviazione per Berlusconi: “Manca la prova”

Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti

Unipol Gruppo Finanziario, l’ex presidente Giovanni Consorte e l’ex vice di quest’ultimo Ivano Sacchetti, hanno proposto ricorsi al Tar del Lazio per contestare le sanzioni loro inflitte alla fine di settembre 2009 dalla Consob in merito alla vicenda della tentata scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese. Le sanzioni ammontavano a 300 mila euro ciascuno per Consorte e Sacchetti, e 600 mila euro per Unipol in qualità di responsabile in solido con gli stessi ex amministratori. Si attende adesso la fissazione dell’udienza di discussione dei tre ricorsi.

Nel disporre le sanzioni, la Consob rilevò che Unipol, tra il 31 maggio e il 15 luglio 2005, diffuse una serie di comunicati stampa di precisazione in merito alla partecipazione al tempo detenuta in Bnl, ma anche che la crescita della compagnia assicurativa nel capitale di Bnl alimento’ ”i ‘rumours’ circa il possibile lancio di un’offerta pubblica di acquisto alternativa all’offerta pubblica di scambio lanciata dal Banco Bilbao Vizcaya Argentaria”.

Per la Commissione, dall’esame della documentazione risultava ”comprovata” la violazione del regolamento Consob ”per la mancata comunicazione al pubblico delle informazioni” dovute ”in relazione ai comunicati del 31 maggio 2005 e 1 giugno 2005 (inerenti alla disponibilità da parte di Unipol di azioni Bnl), del 1 e 15 luglio 2005 (inerenti alla disponibilità da parte di Unipol della facoltà di incrementare la partecipazione nel capitale sociale di Bnl fino al 14,92%) e del 6 giugno 2005 (in relazione all’ipotesi allo studio di lancio di un Opa sulle azioni di Bnl da parte della stessa Unipol)”. La conclusione fu l’applicazione delle sanzioni adesso contestate.

La posizione derl presidente del Consigli0. Per quanto riguarda la posizione di Silvio Berlusconi, ”non vi è prova tranquillante della materiale ricezione della chiavetta nella riunione di Arcore del 24 dicembre 2005”. Così il pm di Milano, Maurizio Romanelli, ha motivato la richiesta di archiviazione per il premier, inoltrata alcuni giorni fa all’ufficio gip, nell’ambito dell’inchiesta sul ‘passaggio di mano’ della ormai nota intercettazione che riportava il dialogo tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della scalata di Unipol a Bnl. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per la posizione del premier, mentre ha chiesto il rinvio a giudizio per il fratello del presidente del Consiglio, Paolo Berlusconi, in qualità di editore de ‘Il Giornale’, che il 31 dicembre 2005 pubblicò la conversazione intercettata tra Fassino e Consorte nonostante fosse coperta ancora da segreto istruttorio, e per altre tre persone.

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