L’Unità e Youdem, organi… dell’opposizione a Matteo Renzi

L'Unità e Youdem, organi... dell'opposizione a Matteo Renzi
L’Unità e Youdem, organi… dell’opposizione a Matteo Renzi

ROMA – Uno dei paradossi di Matteo Renzi segretario del Pd è trovarsi con due organi di partito su tre all’opposizione (interna).

Mentre Europa, il quotidiano solo online ex organo della Margherita diretto da Stefano Menichini, è più o meno schierato sulle posizioni di Renzi, il sindaco di Firenze deve scontare l’ostilità de L’Unità e della tv Youdem.

Il giornale che sotto la testata recita “fondato da Antonio Gramsci nel 1924”, in passato diretto da Massimo D’Alema e Walter Veltroni, è attualmente di proprietà della Nuova Iniziativa editoriale, società nella quale ci sono quote del Pd ma che è controllata dall’editore Matteo Fago, che prima delle primarie dell’8 dicembre ha dichiarato “Sicuramente non voterò per Matteo Renzi”.

Si potrebbe obiettare che alla fine l’unico organo ufficiale del Pd è Europa, mentre l’Unità non lo è più dai tempi dei Ds. Ma è un discorso che non vale per Youdem, che è il primo canale televisivo fondato da un partito italiano, i cui giornalisti sono dipendenti del Pd. Canale satellitare e web diretto da Chiara Geloni, bersaniana di ferro, che ad Alessandra Arachi del Corriere racconta:

 «Io sto dirigendo la televisione con un contratto scaduto, un contratto in proroga: avevo concordato con Epifani di rimanere fino alle primarie. Sto andando avanti in attesa di una sostituzione. Faccio la riunione tutti i giorni e tutti i giorni do indicazioni ai nove giornalisti che lavorano a Youdem, ma da tempo ho chiesto a Renzi un incontro».

Intanto su l’Unità Claudio Sardo, direttore dal luglio 2011 (subentrò a Concita De Gregorio) fino al 17 ottobre scorso, ha scritto un editoriale tutt’altro che favorevole all’Italicum. Titolo:

«Il fratello del Porcellum». E un attacco del pezzo altrettanto sferzante: «Altro che sistema spagnolo. Da queste convulse trattative sembra venir fuori una fotocopia del Porcellum…». Ed è di ieri l’articolo di Nadia Urbinati che contesta la riforma del Senato annunciata da Matteo Renzi. Un occhiello su sfondo colorato: «La polemica» e sotto un titolo non certo morbido: «La democrazia non si taglia».

Il nuovo direttore de l’Unità, Luca Landò, fa notare che sono finiti da un pezzo i tempi della Pravda di partito:

«Da quando siamo tornati in edicola nel 2001 con i finanziamenti di editori privati abbiamo sempre agito con autonomia. Ricordo quando ci fu il G8 di Genova nel 2001, il giornale prese una posizione netta in favore degli studenti, che non era quella del partito. […] La nostra impostazione è questa: il Pd ha tante anime e ne ha così tante che alla fine confondono il povero elettore. Dunque pensiamo che non ci sia niente di meglio che offrire il quotidiano come luogo di discussione. Come succederà ad esempio sul giornale che domani andrà in edicola».

Perché Renzi non si preoccupa? Non disponiamo degli ascolti di Youdem, ma possiamo azzardare che non sono nell’ordine dei milioni. Mentre gli ultimi dati Ads dicono che, pur in sorprendente crescita rispetto al mese precedente, a novembre 2013 l’Unità ha venduto in edicola 33.800 copie.

Anche se sono in crisi, nello stesso mese hanno venduto quasi 840 mila copie La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa e Il Sole 24 Ore, i primi quattro quotidiani italiani, tutt’altro che ostili a Renzi.

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