Università. Slitta la riforma Gelmini, al Senato dopo la fiducia

Manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini a Roma

Andrà al Senato, ma dopo la fiducia al governo: slitta dopo il 14 dicembre l’esame della riforma Gelmini sull’università, già passata alla Camera due giorni fa fra le proteste degli studenti, dei ricercatori e dei docenti sul disegno di legge.

I capigruppo, con ferma posizione delle minoranze, hanno deciso di rimandare, non si sa ancora quando, ma sicuramente dopo il “giorno del giudizio” per l’esecutivo di Silvio Berlusconi che al Senato avrebbe avuto i numeri ad oggi per fare passare il ddl sull’università.

A proporre l’accelerazione dell’esame della riforma era stato il presidente dei sentori Pdl, Maurizio Gasparri che aveva ipotizzato un voto entro la prossima settimana, lunedì 13 esattamente.

E’ stato il presidente del Senato, Renato Schifani a suggerire la convocazione di una nuova conferenza dei capigruppo per martedì 14 dicembre così da prevedere la rapida calendarizzazione del ddl Gelmini. Rispetto alle posizioni inconciliabili di maggioranza e opposizione, il capogruppo finiano al Senato Pasquale Viespoli ha suggerito di procedere, la prossima settimana, a una serie di audizioni sul ddl Gelmini “senza che questo costituisca una furbata o una scorciatoia” per chiunque pensasse di arrivare al voto del provvedimento.

Il ministro dell’Istruzione aveva lanciato un avvertimento-minaccia proprio ai ricercatori:  “E’ necessario farlo in tempi rapidi altrimenti si bloccheranno tutti i concorsi per ricercatori e docenti in atto”.

Poi aveva detto: “Anche se i lavori alla Camera dovessero fermarsi, non ci sono problemi per il Senato. Tecnicamente i tempi ci sono”. O meglio, c’erano. In ogni caso il ministro è fiducioso per l’approvazione entro l’anno. ‘L’opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l’università italiana. Senza l’approvazione rapida del ddl non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi. Sono comunque fiduciosa: il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l’anno. Il governo Berlusconi potrà dunque proseguire la sua opera riformatrice nell’interesse del Paese”.

La battaglia per impedire la calendarizzazione del ddl Gelmini in Aula al Senato prima del voto di fiducia “è stata dura” per la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro che ha spiegato che la calendarizzazione del ddl ci sarà dopo il 14 “ammesso che il governo sia ancora nelle sue funzioni, ma e’ stata dura. Si è tentata una mediazione con il capogruppo di Fli Viespoli che ha proposto “di far lavorare intanto la commissione Istruzione” soltanto con delle audizioni. Certo “nessuno potrà impedire al presidente della commissione Istruzione di convocarla, ma noi non ci fidiamo e se avremo il sentore che in commissione si passi a esaminare il provvedimento questo non potrà non avere ripercussioni sui tempi dell’esame della legge di stabilità”.

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