Ustica, il monito di Napolitano: "Rimuovere le ombre"

(Di Tommaso Romanin)
– BOLOGNA, 27 GIU – A 31 anni dalla strage di Ustica,
il monito e' del presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano: ''Ogni sforzo deve essere compiuto, anche sul piano
internazionale, per giungere finalmente a conclusioni che
rimuovano le ambiguita', i dubbi e le ombre che ancora oggi
circondano quel tragico fatto''. Ma, nel giorno in cui spunta un
nuovo testimone che racconta di aver visto una battaglia aerea
sulla Sila, proprio quella sera del 27 giugno del 1980 nel quale
morirono 81 persone a bordo del Dc9 Itavia, partito da Bologna e
diretto a Palermo, nella citta' delle Due Torri non si placa il
duello (oramai quasi consueto) delle opposte verita'. Delle
diverse visioni su come fare luce nei tanti coni d'ombra.
La polemica, anzi, si ripropone e si arroventa, forse ancora
di piu'. Da una parte Daria Bonfietti presidente
dell'Associazione dei parenti delle vittime e lo scenario di un
missile che colpi' il Dc9, un atto di guerra in un tempo di
pace. Dall'altra, contrapposta, il Governo, rappresentato dal
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi
e la teoria di una bomba esplosa all'interno del velivolo. ''Il
missile – ha insistito – non esiste. E la battaglia in quella
notte non c'e' stata: non c'erano altri aerei in prossimita'''.
Partendo dal richiamo internazionale di Napolitano, Bonfietti
ha lamentato, nella cerimonia a Palazzo D'Accursio, che sulle
rogatorie internazionali, ''i paesi amici e alleati (come
Francia e Usa, ndr) negli anni continuano a non rispondere o a
rispondere in maniera ridicola e quindi oltraggiosa''. Sullo
stesso tema, invece, ma con sfumatura ben diversa, Giovanardi ha
puntato il dito contro la Libia: ''Abbiamo 50 risposte tra
americani e francesi. L'unico elemento che manca, per la
verita', sono le risposte della Libia. Perche' la Libia non ha
mai risposto''. Nessuno, per il senatore, che ha organizzato un
'controconvegno' nella sede del Pdl bolognese, ''e' andato a
chiedere a Gheddafi conto di nulla''. Ora l'auspicio e' che,
''con la nuova Libia'', magari qualche replica arrivi.
Ma lo scontro non e' solo sui contenuti delle inchieste. Va
avanti, ad esempio, da una contestata conferenza stampa in
prefettura a Bologna di Giovanardi. E, nnelle ultime settimane,
la querelle si e' rinnovata sul depliant del Museo della
memoria. Prima 'ritirato' dal commissario Anna Maria
Cancellieri, poi reintrodotto dal Comune con il sindaco Merola,
suscitando le proteste del sottosegretario.
Tutto questo, per Bonfietti, e' stato come un'escalation:
''Non voglio nascondere – ha attaccato – che in questi ultimi
tempi e' stata messa in atto'' contro il lavoro
dell'Associazione, il museo e le istituzioni culturali
bolognesi, ''e in sostanza contro la verita', una violenta
campagna di provocazione''. Che l'ha ''colpita e offesa''. Come
anche, ha proseguito ''questo banalizzare Bologna, luogo di
balocchi e complotti''. Ha rifiutato quindi, l'etichetta del
''partito del missile''. E ha spiegato che ''l'Associazione e'
molto di piu'': in tutti questi anni ''ha sempre cercato la
verita'. Non una verita'. Questi giorni sono offensivi anche per
questo''.
Pronta, e' la replica di Giovanardi: l'''aver fatto
prigioniera la tragedia di Ustica per strumentalizzarla per
questioni di parte e' assolutamente inaccettabile''. Piu' tardi
ha aggiunto: ''quelli che contrastano la nostra attivita' mi
devono spiegare perche' non vogliono che si persegua la
verita'''.

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