Vaccini agli avvocati, parte dalla Sicilia la carica delle lobby. Categorie essenziali? Tutte

Vaccini agli avvocati, la Regione Sicilia non si è mostrata insensibile al grido di dolore degli avvocati operanti nell’isola. Gli organismi di rappresentanza degli avvocati hanno fatto presente di essere categoria “essenziale” che merita precedenza nel vaccinarsi visto che l’attività legale comporta veder gente, andar per luoghi. Si dirà: sempre la Sicilia…Non proprio, l’istanza degli avvocati ha trovato attenzione anche in Regione Toscana.

Vaccini agli avvocati. Precedenza su chi?

Un po’ dovunque nella penisola le rappresentanze delle categorie si stanno muovendo, obiettivo ottenere il riconoscimento della qualifica di attività essenziale. E quindi una precedenza nel ricevere il vaccino. C’è però un problema: precedenza su chi? Perché vi sia precedenza per gli essenziali, occorre vi sia qualcuno riconosciuto come non essenziale.

E chi in Italia accetta la condizione di non essenziale dopo che qualcun altro ha detto di sé stesso: ilo sono essenziale? La risposta netta e secca è: nessuno. Gli avvocati dichiarano ed esigono sia riconosciuta la loro essenzialità. Fanno giustamente altrettanto i commessi dei supermercati, barbieri e parrucchieri fanno notare che senza di loro…

Vaccino: precedenza sugli ottantenni

Qui e adesso, in Italia e in queste settimane l’unica precedenza possibile è quella sugli ottantenni. Dei quattro milioni circa di ottantenni che dovevano avere la precedenza su tutti, al 3 marzo risultava vaccinato il 13 per cento. Gli altri aspettano, in lenta fila. Lenta non certo solo perché mancano le dosi.

Le dosi mancano se si dovessero vaccinare qui e ora decine di milioni di persone. Per gli ottantenni le dosi ci sono, l’Italia al 3 marzo ne aveva 2,5 milioni in frigo. Non arrivano agli ottantenni perché non si è in grado di somministrarle con credibile efficienza e perché nella fila si infilano gli “essenziali”.

Vaccini, non solo avvocati: la carica delle lobby

Avvocati e prima di loro non pochi che si sono mascherati da docenti più o meno immaginari di qualcosa. E quindi, allo stesso titolo di auto asserita essenzialità, ogni categoria e attività che abbia contatti con il pubblico. Quindi praticamente tutti. In una corsa alla precedenza al vaccino che di fatto avviene per forza di lobby. Maggiore è la capacità di pressione della categoria, maggiori probabilità di avanzare in fila.

Regioni deboli e…sensibili

Le Regioni, o meglio il loro personale politico. O meglio ancora la cultura del territorio, territorio geografico e sociale. Più la politica è vicina al cosiddetto territorio, maggiore è la possibilità, quasi certezza, che la politica sia sensibile a riconoscere patenti di “essenzialità” a questa e questa e pure quest’altra categoria. Con conseguente “passi avanti” nella fila del vaccino alla corrispondente lobby. Ad ogni livello ma soprattutto a livello locale la politica è debolissima, per sua stessa volontà, di fronte ai gruppi di interesse organizzati. Per cui più si leva la vaccinazione di massa dalle mani delle Regioni, meno sgambetti, gomitate e sorpassi nella fila per i vaccini.

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