Vaccini, braccio di ferro Zaia-Lorenzin: il governo studia ricorso contro decreto Veneto Vaccini, braccio di ferro Zaia-Lorenzin: il governo studia ricorso contro decreto Veneto

Vaccini, braccio di ferro Zaia-Lorenzin: il governo studia ricorso contro decreto Veneto

Vaccini, braccio di ferro Zaia-Lorenzin: il governo studia ricorso contro decreto Veneto
Vaccini, braccio di ferro Zaia-Lorenzin: il governo studia ricorso contro decreto Veneto

ROMA – Il governo, tramite il Ministero della Salute, sta valutando l’idea di impugnare la moratoria sui vaccini varata dalla Regione Veneto. Dopo gli avvertimenti (“Se ci sono epidemie, la Regione Veneto sarà responsabile“) il ministro Lorenzin passa alle maniere forti.  Un mandato formale, secondo quanto si apprende, non è ancora stato dato all’Avvocatura dello Stato, ma informalmente è già stato avviato l’esame del dossier per impugnare la norma di fronte al Tar del Veneto.

Il braccio di ferro nasce dalla scelta della regione guidata da Luca Zaia di varare un decreto che, con la scadenza fissata all’anno scolastico 2019-20, ha concesso più tempo ai genitori per presentare la documentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione dei bambini per l’iscrizione ai nidi e alle scuole dell’infanzia, evitando la decadenza dell’iscrizione stessa.

Sull’obbligo vaccinale già a partire da questo anno scolastico 2017-18, le ministre dell’Istruzione e della Salute, Valeria Fedeli e Beatrice Lorenzin, hanno però più volte ribadito di non ammettere proroghe o deroghe, sottolineando l’urgenza di assicurare una uniformità delle coperture vaccinali nelle scuole. Per facilitare le procedure, la circolare congiunta dei due ministeri dello scorso 1 settembre aveva appunto ufficializzato anche la possibilità di ricorrere all’auto-certificazione. Il Veneto ha però deciso di smarcarsi: la scelta della moratoria, in attesa dell’esito del ricorso contro la legge Lorenzin già presentato alla Corte Costituzionale, deriva a detta della Regione da “incongruenze nella legge che non renderebbero chiari i tempi di applicazione della decadenza dell’iscrizione, evidenziate dai tecnici della Regione Veneto”.

“Noi non cerchiamo la rissa – ha messo le mani avanti Zaia – non abbiamo politicizzato quest’ultima scelta ma ho chiesto ai dirigenti di vedere se c’erano dei varchi per evitare il problema dell’iscrizione a scuola, e abbiamo trovato il modo di farlo rispettando la legge”.

Contro tali disposizioni il governo starebbe ora studiando una contromossa. Il principio cardine su cui farà leva l’impugnazione è che sebbene la sanità sia una materia in gran parte concorrente, cioè di competenza sia delle Regioni che dello Stato, la salvaguardia della salute è invece una competenza esclusivamente statale e quindi non è possibile che ci siano trattamenti e regole diversi a seconda degli orientamenti regionali.

“Qui non c’è nessuno che minaccia niente e nessuno – ha detto categorica il ministro Lorenzin – Qui c’è una legge dello Stato, che è una legge di sanità approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza e che deve essere applicata da tutte le regioni italiane, anche dalla regione Veneto”.

-“Ho dato mandato di perseguire tutte le azioni contro la decisione della Regione Veneto che è totalmente irragionevole”, ha aggiunto la ministra intervenendo a Rainews24. “La legge sull’obbligo vaccinale – ha detto – è nazionale. Il Veneto è nello Stato italiano e deve rispettare la legge. Inoltre, i virus non seguono i confini regionali o le valutazioni politiche. Il Veneto, da alcuni anni, ha fatto una scelta che comunque non l’ha portato ad essere in un a soglia di sicurezza per le coperture vaccinali”.

Dunque, ha sottolineato, “invito il presidente Zaia e il direttore Mantoan a rivedere la loro posizione alla luce dei dati epidemiologici e per la sicurezza delle famiglie”. “Non voglio – ha concluso il ministro – una sterile polemica ma ho interesse che la legge sia applicata in modo uniforme”

Gestione cookie