Vaccini, da Regioni alibi scadente: governo disse dosi a categorie. Ma Regioni le hanno gonfiate di imbucati

Vaccini e Regioni, governi regionali offesi dall’essere stati pubblicamente additati da Draghi come in alcuni casi quelli che “hanno trascurato gli anziani” per vaccinare prima gli appartenenti a categorie “con priorità derivanti dalla loro capacità di pressione”. Noi trascurato i nostri anziani?

Non c’è Regione che non si sia sentita e dichiarata più che offesa. L’intera corporazione dei governi regionali senza distinzione di collocazione politica ( riprova di una risposta appunto di corporazione) ha fatto sapere che Draghi sbaglia, non sa davvero o fa finta di non sapere.

Vaccini e Regioni: vaccinate per categorie, ordine dal Ministero

Dicono le Regioni: l’ordine di vaccinare per categorie arrivava dal Ministero della Salute, dal governo. E dicono il vero: l’ordine di vaccinare ad esempio il personale scolastico prima degli anziani arriva dal governo e dal Ministero. E arriva questo tipo di ordine secondo una precisa logica corrispondente alle circostanze: quando quell’ordine arriva AstraZeneca di cui si dispone non può essere somministrato prima oltre i 55 e poi oltre i 65 anni di età.

Per utilizzare al meglio i vaccini disponibili si affianca alla lenta corsia della vaccinazione degli anziani quella della vaccinazione delle categorie mediante AstraZeneca. Ma, se questo è l’alibi delle Regioni per il fallimento della campagna vaccinazione anziani, è un alibi nella forma brillante e nella sostanza scadente.

Vaccini e Regioni: fallimento vaccinazione anziani

Doveva essere completata entro febbraio, almeno la prima dose di vaccino a tutti gli ottantenni entro febbraio. Sta finendo marzo e non ci siamo ancora. Un fallimento. Dovuto non solo alla scarsità di dosi disponibili. Dovuto, anche, al fatto che un milione e mezzo di prime dosi sono state somministrate alle categorie socialmente esposte per attività al contagio e socialmente indispensabili per funzioni svolte. E allora, non era giusto così, non  aveva così comunque comandato il governo?

Categorie che diventano obese di imbucati, Regioni chiudono due occhi

L’alibi delle Regioni per aver fallito la vaccinazione agli anziani è scadente perché, per incapacità o connivenza, le Regioni che hanno in capo la responsabilità delle vaccinazioni, hanno chiuso due occhi rispetto all’evidente e via via segnalato ingrossamento delle fila delle categorie per via di imbucati, imbucati col timbro.

Un esempio: giusto vaccinare i prof che vanno in classe, ma i maestri di canto e danza mentre canto e danza sono sospesi perché vaccinare anche questi per primi? Giusto vaccinare per primi tutte le figure del personale sanitario, ma anche gli informatori del farmaco e i manutentori di dispostivi elettromedicali? Giusto vaccinare il personale amministrativo degli ospedali, ma anche gli addetti ai centri operativi comunali? E anche i dottorandi e anche gli iscritti a medicina al primo anno? Giusto vaccinare per primi cuochi e camerieri a cucine e mense di ospedali ma poi è rapidamente diventata che cuoco o cameriere bastava essere e un vaccino lo si rimediava.

Codice Ateco della cittadinanza

E’ diventato decisivo per il vaccino la qualifica, l’appartenenza alla categoria e non la mansione effettivamente svolta. L’avvocato da vaccinare con sollecitudine perché più o meno ogni giorno in Tribunale è diventato l’avvocato da vaccinare perché iscritto all’Ordine degli avvocati. E così per le altre categorie, arti e mestieri. Dimmi a quale categoria appartieni e di conseguenza sarai vaccinato prima o dopo gli altri.

E di conseguenza nel paese delle lobby è scattata la competizione delle lobby a farsi riconoscere primato e status (chi ottiene il diritto di vaccinarsi prima degli altri è più potente) ed è scattata la corsa ad infilarsi, imbucarsi dentro le categorie fino a renderle obese di affiliati e membri. Oltre a quelli che davvero fanno il lavoro di maestro e prof, decine e decine di migliaia di insegnanti di qualunque cosa, anche la più improbabile, sono spuntati come aventi diritto di prelazione al vaccino.

Lo stesso nel settore parasanitario, lo stesso negli uffici sia pure alla lontana ricollegabili ad un servizio pubblico. Le Regioni non hanno visto o hanno fatto finta di non vedere. Fermare gli imbucati nelle categorie era faticoso, improbabile e impopolare. Faticoso perché ci volevano controllo e si sa che controlli veri è una cattiva parola quando dipendono dalla politica. Improbabile perché le categorie collaborano all’imbucata: più imbucati oggi, più riconoscenti domani. Impopolare perché il gioco del salta la fila è da noi prova di valentia sociale in cui è intrigante cimentarsi.

Regioni hanno coperto gonfiaggio categorie. Anziani fuori da codice Ateco lobby

Le Regioni hanno coperto il gonfiaggio e l’auto gonfiaggio delle categorie ammesse in via prioritaria al vaccino. Per ignavia, impotenza o complicità che sia, l’hanno fatto. Come alibi vero potrebbero opporre il purtroppo verissimo: così fan tutti e non da oggi e non certo solo di fronte al vaccino. Le Regioni ascoltano e rappresentano il territorio e il territorio sociale che c’è è quello delle categorie che si spintonano e amano gonfiarsi all’occorrenza, anche di imbucati, imbucati oggi saranno colleghi domani.

Un solo difetto, buco di rappresentanza: gli anziani, non hanno sigla nel codice Ateco delle lobby. La pensione l’hanno avuta, non fanno Pil, non hanno sindacato, non hanno Ordine e a 80 e passa anni non hanno più l’agilità sociale di infilarsi e imbucarsi. Deve essere per questo che le Regioni, nel loro ascolto del territorio, gli anziani se li sono persi.

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