Grillo: “Testa a forma di partito”, Tavolazzi: “Falsità su di me”

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Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Da un lato c’è Beppe Grillo che dalle colonne del Fatto quotidiano del 13 giugno racconta di politici, programmi, aneddoti e ne ha una per tutti. Dall’altro c’è Valentino Tavolazzi, consigliere comunale di Ferrara espulso dal Movimento 5 Stelle.

A Marco Travaglio, Grillo aveva detto: “Non voglio parlar male di Tavolazzi, lo conosco da una vita, l’ho sostenuto quando presentò la sua lista a Ferrara e al Cinquestelle manco ci pensavo”.

Una premessa, quella del comico genovese, per poi lanciare la frecciata: “È onesto e competente. Ma fa politica da troppi anni, ha la testa a forma di partito: faceva riunioni, parlava ai nostri ragazzi di votazioni, organismi interni, cariche, strutture verticali. Noi non siamo così. Non essendo iscritto, non c’è stato bisogno di espellerlo. Ma ci portava lontano dai nostri obiettivi e divideva il movimento. Semplicemente non gli abbiamo più dato il simbolo”.

E ancora il comico genovese ha detto: “Tu puoi non credermi, ma da quando è stato eletto Pizzarotti non l’ho più visto né sentito. Nemmeno al telefono. Qui non mi telefona mai nessuno, a parte Casaleggio che chiama sette volte al giorno per il blog. Ma è giusto che sia così: se non chiamano, vuol dire che se la cavano da soli. Se poi han bisogno, siamo qui coi nostri consulenti. Molti hanno il complesso di Grillo alla rovescia: vogliono dimostrare di essere totalmente autonomi. Uno dei nostri candidati, sul palco in una piazza di non so più dove, appena l’ho presentato e invitato la gente a votarlo, ha detto: ‘Guardate che io con Grillo non ho nulla a che fare, se mi gira lo mando pure affanculo!’. Il nostro sindaco di Mira s’è subito ridotto lo stipendio, ma mica gliel’ho detto io. Ha fatto tutto lui”.

LA REPLICA Passa qualche ora da quando l’intervista è finita in edicola e Tavolazzi scrive una lunga lettera per replicare: dice di essere stato espulso.

“Anche io non voglio parlare male di Beppe, siamo amici da tanti anni (aiutò molto le battaglie ambientaliste nella mia città, contro inceneritore e turbogas, cui ho contribuito quale esponente di Medicina Democratica) e gli sono riconoscente per il cambiamento che sta producendo nel nostro paese, tuttavia vi chiedo cortesemente di pubblicare questa mia replica ad alcune non – verità da lui dette sulla mia persona. È vero: nel 2009, quando Progetto per Ferrara decise di farsi certificare dal Blog di Grillo come lista civica a Cinque Stelle, il MoVimento non era ancora nato. Ma questo vale per molte altre liste che ancora oggi fanno parte del movimento.

Tavolazzi snocciola tutti i particolari del suo percorso politico, ricorda a Grillo come è stato usato il simbolo del Movimento 5 Stelle:

“Inoltre Beppe avrà sicuramente dimenticato di aver concesso l’uso del simbolo alla lista MoVimento 5 Stelle Emilia Romagna per le elezioni del 2010, alle quali io ed altri tre appartenenti a Progetto per Ferrara eravamo candidati. Glielo ricordo volentieri. Cosa vuol dire aver la “testa a forma di partito”? Beppe afferma che faccio politica da troppo tempo. In realtà è facile constatare dal mio curriculum vitae, da sempre pubblicato sul nostro sito, che ho iniziato a fare politica alla fine del 2008, proprio fondando la lista civica poi certificata da Beppe, a parte una parentesi di pochi mesi negli anni ‘70 come consigliere di circoscrizione per il PCI. Con questi parametri di espulsione quanti rimarrebbero dentro il Movimento? Non ho mai fatto riunioni in cui io abbia parlato di “organismi interni, cariche e strutture verticali”. Al contrario ho promosso giornate sulla Democrazia Diretta, che proprio Beppe ha contrastato, con me al telefono, mai pubblicamente. Quella Democrazia Diretta che ora lui promuove tutti i giorni sui media. La mia non-iscrizione al MoVimento 5 Stelle è certamente la sua amnesia più grande. Basta intervistare gli eletti ed attivisti dell’Emilia Romagna. Emergerebbero decine di riunioni cui ho partecipato per la campagna elettorale regionale del 2010 (candidato del movimento 5 Stelle Giovanni Favia); centinaia di mail con lo staff di Grillo come eletto del movimento 5 Stelle; partecipazioni alle riunioni nazionali per gli eletti, convocate da Casaleggio a Milano. A due di esse mi è stato chiesto di relazionare sul ruolo del consigliere comunale, sui bilanci e sull’acqua pubblica”.

E ancora Tavolazzi rilancia le accuse: “Se qualcuno ha diviso il Movimento non sono stato io, bensì chi ha scritto i post della nostra espulsione. Noi di Progetto per Ferrara, come molti altri, abbiamo sempre cercato di dare attuazione al Non Statuto, con particolare attenzione alla democrazia interna. Ma Beppe non ha voluto seguirci, al contrario ci ha sempre osteggiato. Non so perché. Forse non gli interessa dare l’esempio. Anche sul rapporto con Pizzarotti non dice la verità: con lui e non solo hanno parlato sia Beppe che Casaleggio, minacciando che si sarebbero tirati indietro dal MoVimento, qualora Federico avesse nominato me Direttore Generale a Parma. Ora faccio io una domanda a Beppe. Anche se fosse vero quello che dice di me, perché ha espulso tutti i ragazzi della lista Progetto per Ferrara e tutti quelli della Lista di Cento? Beppe ha chiaramente preso un abbaglio, non so chi lo abbia consigliato. Potrebbe bastare un “ho sbagliato, mi dispiace”, sbagliare è umano, ma, mi ha confermato sempre al telefono, non lo farà mai per evitare una “figura di merda” [cit.]. Colgo l’occasione per rilanciare la disponibilità delle liste di Ferrara e Cento, da sempre offerta, ad un confronto con Grillo e Casaleggio in un’assemblea del Movimento 5 Stelle. In ogni caso, con o senza il suo simbolo, noi continueremo a lavorare per il Movimento”.

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