Onida ‘beffato’ da finta Hack: “Saggi inutili, Berlusconi pensione”. Poi scuse

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 18:20| Aggiornato il 12 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una ‘finta’ Margherita Hack beffa Valerio Onida, ex presidente della Consulta e ‘saggio’ nominato da Giorgio Napolitano che dice: “I saggi sono inutili“. E poi: “Berlusconi vada in pensione”. Il Pdl chiede le dimissioni, dopo due ore lui si scusa e dice: “Ingenuità ma resto a lavoro” e poi attacca: “La pubblicazione del contenuto di una conversazione privata, nella quale l’interlocutore falsifica la propria identità, costituisce una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni garantita dalla Costituzione”.

Tutto orchestrato da ‘La Zanzara’ (su Radio 24), che in un colloquio con un imitatore dell’astrofisica toscana fa dire al presidente emerito che ”è probabilmente inutile” il riunirsi dei saggi, che ”serve a coprire questo periodo di stallo”. Quanto al Quirinale Onida afferma: ”Fosse per me metterei Giuliano Amato”.

”Questa cosa dei saggi, a me sembra sinceramente una cosa inutile”, esordisce la finta Margherita Hack. ”Ma guardi, sì, è probabilmente inutile…– risponde Onida – serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal Parlamento non è venuta fuori una soluzione mentre l’elezione del nuovo Presidente è tra quindici giorni… Allora il nuovo Presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le Camere, cosa che Napolitano non può fare. Dunque questo periodo di stallo è un po’ coperto, diciamo così, da questo tentativo (ride)… questa cosa… sono d’accordo che non servirà nella sostanza…”.

”Non ho ancora capito a che servono..”, chiede ancora la finta Hack. “E’ un lavoro di copertura del momento di stallo, ma niente ci impedisce di mettere giù proposte di programma che possano essere condivise, ma nella sostanza i partiti devono mettersi d’accordo…”, risponde Onida.

”C’è possibilità di cambiare la legge elettorale?”, chiede sempre la finta scienziata. ”Cercheremo di fare una proposta – risponde Onida – quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. E’ un parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezione, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l’ha fatta. E c’è il blocco”.

E per il Quirinale che succede? ”Si fanno tanti nomi, ma non c’è accordo – risponde il costituzionalista – personalmente dico che Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito…”. Quindi ancora una critica a Berlusconi: ”E’ anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, e’ un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani”.

Poi un affondo su Berlusconi: “E’ anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, è un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani”.

Pdl chiede le dimissioni.  “Chieda scusa al presidente Napolitano, a Silvio Berlusconi e lasci l’incarico. Le sue dichiarazioni sull’inutilità dei saggi sono gravissime, tanto più perché vengono fatte da un ex presidente della Consulta”, dice il presidente dei senatori Renato Schifani. “Il suo livore antiberlusconiano – aggiunge – impedisce poi che si possa delineare un clima sereno e corretto di convivenza democratica tra le forze politiche. Il Paese ha bisogno di chiudere la vecchia stagione dell’odio per affrontare con maggiore forza le emergenze che l’Italia ha l’inderogabile necessità di risolvere”.

Onida si scusa ma… Onida dopo un paio di ore si scusa con una nota, in cui si legge: ”Esprimo il mio rammarico per l’imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente, e le mie scuse a Berlusconi perché un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica – ho detto che sono un suo coetaneo – diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso”. 

Però poi attacca: ‘La pubblicazione del contenuto di una conversazione privata, nella quale l’interlocutore falsifica la propria identità, costituisce una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni garantita dalla Costituzione”.