Varese, il sindaco leghista: “Suoneremo l’inno di Mameli”

ROMA – ”Nel momento in cui rappresento le istituzioni sono il sindaco di tutti. Da quando sono il primo cittadino non metto neanche la pochette verde”, a raccontarlo al Corriere della Sera Attilio Fontana, esponente della Lega e sindaco di Varese, che – aggiunge – ad ascoltare Napolitano alla Camera per i 150 anni dell’Unità d’Italia ci sarebbe andato.

Fontana ritiene sia ”un peccato che si cerchi di strumentalizzare” inno e tricolore per ”finalità poco commendevoli”: ”neanche alla Camera iniziano le sedute con l’inno, perché in Lombardia ogni seduta nel 2011 deve cominciare così? Che poi io dica che non vale la pena abboccare a queste provocazioni, non vuol dire che non siano tali”.

A Varese, comunque, durante le celebrazioni, l’inno si suonerà assicura il primo cittadino: ”Come è una provocazione farlo suonare per motivi politici, così sarebbe inopportuno non suonarlo durante le celebrazioni. Il mio povero papà, che ha fatto la guerra e credeva a certi valori, si sentiva offeso dal fatto che l’Inno risuonasse solo durante le partite”.

”Sa cosa mi offende? – prosegue – Che il presidente della Regione Sicilia non festeggi, dicendo che l’unità è  stata devastante, e che nessuno polemizzi con lui”.

”Mi sento italiano – aggiunge – nel momento in cui viene riconosciuto che bisogna cambiarlo questo Paese. Mi sento poco italiano quando vedo che a Varese arrivano 240 euro pro capite e a Napoli 699. Quando dobbiamo pagare un euro di pedaggio per 3,5 chilometri di autostrada e nel Sud è gratis”..

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