Il fu “compagno Vendola” ora è “amico Nichi”. Insorgono i militanti Sel: che dilemma a sinistra…

Pubblicato il 14 Luglio 2011 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Va bene la modernizzazione, va bene il progressismo, ma la parola “compagni” non si tocca. Nichi Vendola cerca di sdoganare l’uso del democristiano “amico” al posto dello storico appellativo della sinistra, e la base di Sinistra Ecologia e Libertà insorge. Possibile che a sinistra non ci sia niente di meglio a cui pensare? I tagli della manovra, il debito che cresce, i piccoli risparmiatori nei guai: tutte cattive notizie per il “pueblo”, ma i novelli “compagni” d’Italia hanno ben altre questioni (linguistiche) per la testa.

Ecco la dichiarazione di Vendola che ha scatenato una ridda di risposte sul sito ufficiale di Sel: “Nel Pci mi dicevano che non si doveva dire ‘amico’, che bisognava dire ‘compagno’. Ho passato tutta la vita a ripetermi questa frase. Ma ora ho capito che era una stronzata, perché è stato un alibi per molti crimini. Io preferisco stare con molti amici, che mi aiutano a crescere”.

Gli utenti che hanno commentato possono essere divisi in categorie.

C’è il nostalgico Giuseppe che trascrive le parole di Berlinguer: “Secondo qualcuno il nostro partito dovrebbe finire di essere diverso, dovrebbe cioè omologarsi agli altri partiti. Veti e sospetti cadrebbero, riceveremo consensi strepitosi, recidendo le nostre radici, pensando di rifiorire meglio. Ma ciò sarebbe il gesto suicida di un idiota”.

C’è il militante che accusa Vendola di ammiccare troppo al Pd, Maurizio: “Mi sembra una discussione senza senso, tuttavia dà un po’ l’idea dell’evoluzione del pensiero vendoliano degli ultimi mesi. Evoluzione tutta legata alla candidatura alla primarie, per cui se ti definisci ‘compagno’ sei un cattivone e potresti non prendere i voti del Pd. Un’altra sparata e mi sa che riconsegno la tessera”.

Ci sono poi gli “incazzati” veri e propri, come Alberto: “Spero sinceramente in un dietrofront da parte tua” oppure Gianluca: “nel tentativo di piacere un po’ a tutti ti stai vendendo pure la pelle, che schifo”.

C’è chi sfida Vendola utilizzando ancora concetti veteromarxisti come quello di borghesia, come Tonino: “La parola ‘compagno’ dev’essere come il tuo amatissimo orecchino. La testimonianza concreta che, malgrado sia necessario fare dei buoni compromessi per governare, i ‘signori della borghesia’ la nostra anima non l’avranno mai. Ci stai?”.

La discussione, comunque, oltre a testimoniare ancora una volta quanto la divisione sia così endemica della sinistra italiana, rivela un particolare ben più preoccupante: se la preoccupazione primaria dei “compagni moderni” è quella di non rinunciare ai simboli del nuovo secolo, siamo sicuri che siano pronti a governare in un momento così delicato?