Vendola e “l’Italia migliore”. Brutto vizio, Pisapia non ce l’ha

ROMA – Ci è ricascato, ed è una brutta abitudine: Nichi Vendola ha intestato la sconfitta elettorale di Berlusconi e della destra alla “Italia migliore”. Formula e frase al tempo stessa ingenerose e singolarmente miopi. Se Berlusconi, Bossi e la destra hanno perso a Milano, Napoli, Cagliari, Trieste e quasi in ogni dove è perchè una robusta porzione di quella che Vendola giudica e bolla come “l’Italia peggiore” ha negato a Berlusconi, a Bossi e alla destra il suo voto, il voto che aveva dato loro fino all’anno scorso, ancora l’anno scorso. Quindi il raffinato politico Vendola almeno stavolta non ha visto, non vede l’evidenza dei fatti e dei numeri, di queste elezioni poco ha compreso o poco vuole capire. E non capisce che senza una parte di quella “Italia peggiore” la sua “Italia migliore” era e resta minoranza. Incomprensione che la dice lunga e grigia per l’opposizione se fossero la visione e narrazione di Vendola a segnare la proposta politica per le elezioni politiche quando saranno.

E poi perchè “Italia migliore o peggiore”? Perché introdurre una spocchiosa discrimante etica, addirittura antropologica? Questo lo ha fatto Berlusconi con il “non si lavano”, il “senza cervello”…Berlusconi ha finito per offendere tutto l’elettorato, il suo e non il suo. A volerla dire tutta, Pisapia, De Magistris e Zedda hanno vinto proprio perché hanno parlato con franchezza e semplicità e senza superbia anche a quelli che Vendola chiama “peggiori”. Se Pisapia è rimasto infastidito dal comizio milanese di Vendola, se gli ha detto “ascolta prima di parlare”, non è stato per prudenza sui rom o altro di simile, è stato perché con l’abitudine, anzi il vizio di sentirsi “migliori” le elezioni si perdono e non si vincono.

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