Veneto, bandiera fa litigare Luca Zaia con il governo. "Vietato imporla" Veneto, bandiera fa litigare Luca Zaia con il governo. "Vietato imporla"

Veneto, bandiera fa litigare Luca Zaia con il governo. “Vietato imporla”

Veneto, bandiera fa litigare Luca Zaia con il governo. "Vietato imporla"
Veneto, bandiera fa litigare Luca Zaia con il governo. “Vietato imporla” (Foto Ansa)

VENEZIA – La bandiera del Veneto con il Leone di San Marco diventa oggetto di scontro tra la Regione di Luca Zaia e il Governo di Roma. Il Consiglio regionale aveva approvato da poco la legge che obbliga tutti gli uffici pubblici locali e statali del Veneto ad esporre il gonfalone di San Marco, assieme al Tricolore e alla bandiera dell’Ue. Ma il Consiglio dei Ministri ha detto ‘no’, decidendo di impugnare davanti alla Consulta il provvedimento.

Per l’esecutivo alcune norme della legge veneta “contrastano con la legislazione statale relativa all’uso dei simboli ufficiali. Ne consegue – si legge nella nota del Consiglio dei ministri – l’invasione nella competenza legislativa riservata allo Stato in materia di ‘ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali’, stabilita dall’articolo 117 della Costituzione, nonché la violazione dei principi costituzionali di ragionevolezza, uguaglianza e di unità”.

Immediata la replica del Governatore Luca Zaia: “Questa impugnativa si commenta da sé: da Roma si accusa il Veneto di cercare sempre la rissa, ma quelle a cui in realtà assistiamo sono scelte di un Governo il quale, con tutti i problemi nazionali e internazionali che è chiamato ad affrontare, non trova niente di meglio da fare che impedire a una Regione di esporre la propria bandiera, persino quella del Veneto che ha oltre mille anni di storia. Non trascurando – aggiunge Zaia – che quella veneta è l’unica bandiera al mondo che riporta la parola ‘pace’. Non è certo da sovversivi volere la sua esposizione in tutti gli uffici pubblici, anche in quelli dello Stato, presenti nel nostro territorio. Invece veniamo trattati come l’ultima colonia dell’impero”.

La legge veneta, di iniziativa leghista, la n. 28 del 5 settembre scorso, era stata approvata dal Consiglio regionale, con 31 voti favorevoli, 6 contrari e un astenuto. La motivazione era quella di “rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini veneti, anche attraverso il riconoscimento e l’esposizione dei simboli che identificano non solo un territorio, ma anche la storia, le tradizioni e le radici del popolo”.

Il provvedimento obbligava ad esporre il gonfalone con il leone marciano in tutti gli edifici pubblici (Prefetture, Tribunali, Comuni, caserme e comandi delle forze dell’ordine) della regione. Nella legge era stata istituita anche la ‘fascia veneta’ con il leone di Venezia, che il presidente della Regione (sul tipo di quella tricolore dei sindaci) dovrà indossare durante gli appuntamenti pubblici.

La bandiera del Veneto è una ‘ripresa’ di quella della Repubblica Serenissima, ovvero il leone alato di San Marco con il vangelo in oro su campo rosso Tiziano; ma si differenzia nelle ‘code’ che per Venezia erano sei (il numero dei ‘sestieri’ ovvero i quartieri della città lagunare) mentre quella attuale ne ha sette, quante sono le province venete.

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