Giustizia, tasse, federalismo e non solo: le venti riforme che salteranno se cade il governo Berlusconi

Pubblicato il 8 Novembre 2010 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi

Venti riforme che si dovevano fare e che, probabilmente, non si faranno. Non in questa legislatura. C’era una volta una maggioranza che più ampia non si può, almeno nella storia della nostra Repubblica. C’era una maggioranza ampia e ambiziosa che, in campagna elettorale aveva promesso di riformare tutto o quasi: dalla Giustizia al federalismo, passando per la scuola e il sistema fiscale. Oggi, con le prospettive di una crisi più che mai probabile e un esecutivo che viaggia a vista, il Parlamento è bloccato.

Marco Mobili e Roberto Turno, sul Sole 24 Ore, si sono presi la briga di elencarle tutte o quasi. Le riforme sospese riguardano “fisco, ricerca, pubblica amministrazione, istruzione, liberalizzazioni. E ancora: federalismo, mezzogiorno, sicurezza, nucleare. Passando per un “pacchetto giustizia” sempre più nutrito che politicamente resta la madre di tutte le battaglie”.

Tutto senza contare la legge di stabilità, ovvero la vecchia Finanziaria, primo banco di prova per il fragilissimo Governo Berlusconi. Questa volta l’esecutivo non potrà mostrare i muscoli affidandosi a un maxi-emendamento per far passare tutto in fretta e furia: il rischio di caduta è troppo alta e il ministro Tremonti dovrà affidarsi al confronto parlamentare. In ballo, spiega il Sole, ci sono “le prime misure anti-crisi: rifinanziamento della cassa integrazione e della detassazione dei salari di produttività, un miliardo di euro per la riforma dell’università che infatti langue alla Camera, il sostegno ai precari, gli incentivi all’autotrasporto, la conferma del 5 per mille, l’aggiustamento del patto di stabilità per i comuni. Per non dire di quel «piano Sud» con la riprogrammazione di fondi già esistenti per 40 miliardi, che è nelle buone intenzioni del Governo anche in possibile chiave (pre) elettorale”.

A vacillare, nell’incertezza, sono le cinque promesse di Berlusconi: riforma del fisco, sicurezza (per ora siamo al decreto), Giustizia, sud e federalismo.  Ma sono in pericolo anche il nucleare (fermo, nonostante tanti annunci), la riforma della Pubblica amministrazione e poi, aggiunge il Sole, “le semplificazioni per le imprese ferme al Senato, così come il “codice delle autonomie” sempre più legato a doppio filo col federalismo”.

Il Parlamento, però, è bloccato dalla Giustizia: al Senato si discute sul l lodo Alfano costituzionalizzato per scudare in tribunale il premier, alla Camera ci si confronta sul processo breve e perfino sul ritorno annunciato da Berlusconi dello stop alle intercettazioni telefoniche. Altre leggi promesse su cui la maggioranza è divisa sono  l’anticorruzione (ferma al Senato), il biotestamento (parcheggiato alla Camera), il diritto di cittadinanza per gli immigrati (Camera). Temi eticamente sensibili che rappresentano comunque altrettante potenziali mine a tempo per la tenuta della maggioranza.